Damon Albarn in Tour

Il Tour di Damon Albarn fa tappa alla Philharmonie di Parigi.

Il tour di Damon Albarn si ferma alla Philharmonie di Parigi per tre concerti nei quali presentare il suo disco solista: The Nearer The Fountain More Pure The Stream Flows. Per chi scrive una splendida occasione, insieme con Sons of Kemet la scorsa settimana, di mettere fine all’astinenza da concerti durata oltre due anni, con due live che portano in scena i progetti musicali che più mi sono piaciuti lo scorso anno. Mettiamoci anche la sede, non indifferente: alla Philharmonie, Damon Albarn doveva debuttare il suo progetto (previsto per il 24 maggio 2020 e poi per il 6 luglio 2021) concepito in Islanda, poi la pandemia ha sconvolto tutti i progetti e tanto il disco quanto il tour hanno dovuto attendere.

I musicisti

Ora tuttavia ci siamo. I corridoi ovattati e privi di rumori che circondano la sala sono certo più tipici dei concerti di musica classica, e al pubblico viene persino distribuito un programma con la spiegazione della storia del disco e gli strumentisti che accompagnano in tour Damon Albarn. Giusto citarli, perché saranno magnifici: ci sono i fidi Simon Tong (dei Verve e soprattutto dei The Good, the Bad & the Queen) alla chitarra, Seye Adelekan, già nei Gorillaz, al basso, Mike Smith alle tastiere e sassofono, Seb Rochford alla batteria e alle percussioni, che compie un eccellente lavoro nel sostituirsi alla drum machine del disco. C’è anche una sezione di archi (Demon Strings) con Sarah Tuke, Kotono Sato, Ciara Ismail e Isabelle Dunn. Damon Albarn dà prova di essere un eccellente pianista e resterà allo strumento per buona parte del concerto.

La scaletta scelta da Damon Albarn per il tour 2022

C’è anche un invitato speciale, l’artista islandese Einar Őrn, che passando fra il pubblico introduce il concerto con una performance vocale di strida e rumori ripresa dalla traccia nascosta del disco, Huldufólk. Oscura, così come la scena del concerto all’inizio: The Nearer the Fountain, More Pure the Stream Flows e The Cormorant sono eseguite al chiarore di poche luci, Damon Albarn si intravede a stento. Poi l’esplosione di suoni e luci con Royal Morning Blue, il pezzo più marcatamente pop di tutto il disco, disco che occupa pressoché interamente la serata. A un certo punto Albarn ritorna a Huldufólk, riprendendo l’indiavolata porzione pianistica finale e mostrando al pubblico come accompagnare con il battito di mani: vero showman, anche seduto al piano.

Damon Albarn in Tour (Philharmonie di Parigi, 5 marzo 2022)

Bellissimo momento, insieme a Darkness to Light e The Tower of Montevideo. Però l’esecuzione migliore è quella di Polaris, già pezzo forte di The Nearer…, ma che qui viene reinterpretata con una prima sezione cantata molto lenta, non ritmica, e da una seconda con un crescendo strumentale straordinario. È seguita dalla medesima conclusione del disco, Particles. Certamente l’acustica perfetta della sala aiuta a godere di un concerto spesso costruito sulle atmosfere. Tutti sanno che gli encores sono previsti, e infatti dinanzi al pubblico che applaude in piedi, Albarn & Co. rientrano per eseguire tre brani, inclusi Strange News from Another Star dei Blur.

Arrivederci a Parigi?

Tour breve ma, a mio parere, molto intenso quello di Damon Albarn, il quale, iperattivo come sempre, dovrebbe essere di ritorno a breve a Parigi per uno spettacolo teatrale a fianco del regista maliano Abderrahmane Sissako e di altri artisti africani. Chissà, sognare non è proibito…

Damon Albarn

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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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