I Liima a Parigi, Le Hasard Ludique, 24 gennaio 2018.
I Liima, band nata dalle ceneri del collettivo folk Efterklang, godono di una certa popolarità nella capitale francese. Ce ne eravamo accorti quest’autunno a margine del live dei Grizzly Bear, per i quali avevano aperto le danze. Una nutrita pattuglia di fan aveva, per l’occasione, riservato loro un autentico tributo, tanto da non sfigurare con i più conosciuti headliner. E attirando l’attenzione della sala (e la nostra).
La band scandinava offre una sua particolare declinazione del synth-rock, mescolandolo al post-rock e al folk, e ha all’attivo due album. ii e il recentissimo 1982, pubblicato con l’etichetta City Slang. Tour in chiave minimalista ma assai ben congegnato quello dei Liima. Sebbene infatti gli spazi scelti non siano grandissimi, come nel caso dell’Hasard Ludique, hanno tuttavia il pregio di consentire alla band di mescolarsi con i fan con i quali il rapporto è strettissimo ed estremamente cordiale.
Ma veniamo al racconto della serata. Prima dei Liima, la scena è appannaggio di Diederdas, che ci offre un set squisitamente elettronico, ma non particolarmente originale. Poco dopo le 21 fanno la loro comparsa gli scandinavi, che si attardano qualche minuto accanto al palco per fare terminare le note di Riders On The Storm dei Doors, trasmessa dagli altoparlanti.
La scaletta è un sapiente mix di brani dai due album. E’ la martellante David Copperfield, da 1982 ad aprire il concerto, mettendo in primo piano le percussioni di Tatu Ronkko. Segue Life is Dangerous in cui possiamo apprezzare al meglio la voce del simpaticissimo lead singer Caspar Clausen, e che è anche uno dei momenti migliori di 1982, di per sé un piccolo compendio di musica new-wave.
Always, nuovo singolo, in scaletta a Parigi
Non può certo mancare nella setlist il nuovissimo singolo Always, pubblicato lo scorso 10 gennaio, e che si inserisce perfettamente nel solco dell’album, di cui mutua sonorità e temi. Sono infatti presenti, qui come altrove, tutti gli ingredienti tipici della musica elettronica degli anni ’80. Sintetizzatori, tastiere, voci robotizzate. Anche i gadget del decennio affollano il palco, come per esempio un mini computer appeso alla camicia di Caspar che proietta cuori come fossimo sul set di Electric Dreams.
1982 fa la parte del leone ed è presente con My Mind is Yours, 2 Hearted e, naturalmente la title track. Ma non mancano nemmeno alcune canzoni dell’opera prima ii come Your Heart, Amerika e le bellissime Black Beach (che chiude la serata) e Trains In The Dark, fra i momenti più suggestivi del concerto.
Caspar non disdegna il contatto con il pubblico e in più di un’occasione abbandona il palco per esibirsi in mezzo alla sala. I musicisti si intratterranno anche a fine serata con i presenti. Nel complesso un’esibizione davvero convincente per un band molto simpatica.