Patti Smith dal vivo – 31 luglio 2022, Piazza Garibaldi, Cervia
Ancora una volta Patti Smith sceglie l’Italia per un esteso tour estivo che tocca quasi tutto il centro nord del nostro paese, come sempre scegliendo città o luoghi in cui non era mai stata. Per chi ha assistito al tour della scorsa estate però non ci sono grandi novità. La formazione è quella del quartetto con il vecchio amico Tony Shanahan al basso, il figlio Jackson Smith alla chitarra e Seb Rochford alla batteria.
Anche a Cervia il classico repertorio live di Patti Smith
Anche la scaletta non riserva grandi sorprese: sono ancora presenti le cover dell’amico e maestro Bob Dylan, di cui riprende The Wicked Messenger e One Too
Many Morning, un brano di sessant’anni fa, che dice di aver ascoltato a quindici anni. Così come è molto simile l’inizio del concerto, con la splendida Redondo Beach, con cui omaggia la spiaggia di Cervia visitata nel pomeriggio. Amante del mare, Patti ringrazia per l’ospitalità, dedicando alla cittadina romagnola la seguente Grateful. Sempre dal suo passato arrivano Ghost Dance, che come lei stessa ricorda, scrisse 45 anni fa “per un bisogno di unità, contro la rabbia radicata”, e la bellissima Dancing Barefoot. Non manca una bella versione di Beneath the Southern Cross, con un assolo del figlio Jackson, sempre più bravo alla chitarra, che dedica ai giovani rivolgendo loro l’incitamento “you are the future and the future is now”. Altro brano sempre presente è My Blakean Year, che dedica a quegli artisti come Van Gogh e William Blake, che sono andati avanti contro tutto e tutti, regalandoci opere stupende senza badare al successo del momento, e il cui valore è stato riconosciuto solo anni dopo la loro morte.

Il gran finale e un tocco di classe
Dopo il consueto omaggio alla storia del rock da parte di Tony Shanahan, stavolta alle prese con una versione scatenata di Fire di Jimi Hendrix, che dà modo a Jackson Smith di esibirsi ancora in un pregevole dialogo con il bassista, il concerto si avvia alla parte finale. Anche qui niente sorprese: l’attesa Pissing in a River è il segnale che il pubblico aspettava per alzarsi dalle sedie e raggiungere il palco per la festa finale con versioni trascinanti di Because the Night e Gloria. Si chiude dopo novanta minuti con People Have the Power.
Trascinante e magnetica ma dotata di un’estrema semplicità, inusuale per quella che a tutti gli effetti sarebbe una rockstar, Patti Smith si è dimostrata ancora una volta un’artista fuori da ogni schema, dotata di un candore e una purezza che traspare da ogni suo gesto sul palco, dal sorriso con cui esegue le canzoni, da come si rivolge al pubblico, e da come si preoccupa di quello che succede intorno a lei. Fino al fermare il concerto quando si accorge che sotto il palco, vicino alle casse, c’è una bambina senza cuffie protettive, e lo fa notare al genitore, che risponde con un “it’s ok”. Altri probabilmente avrebbero continuato il concerto. Patti invece si ferma, risponde per le rime al genitore con un “it’s not ok”, va al mixer di palco a prendere due tappi per le orecchie e li porge alla bambina, insieme a una bottiglietta d’acqua. Questa è Patti Smith.
La scaletta del concerto:
Redondo Beach
Grateful
Ghost Dance
My Blakean Year
The Wicked Messenger
Nine
Dancing Barefoot
Beneath the Southern Cross
Fire
One Too Many Morning
L’Infinito
Pissing in a River
Because the Night
Gloria
People Have the Power