LCD Soundsystem rock en seine

Il Rock en Seine 2024 dura cinque giorni: ne raccontiamo due.

Il Rock en Seine 2024 quest’anno ha proposto una formula simile a quella del 2023: un primo appuntamento in realtà a sé stante con una star internazionale di grande richiamo, poi le giornate consuete, che quest’anno sono state ben quattro. La stella dello scorso anno era stata Billie Eilish, mentre l’apertura del Rock en Seine 2024 è affidata a Lana Del Rey. Prima considerazione sullo stato attuale della musica live: una sola star richiama da sola molto più pubblico della somma di diversi nomi, e quindi la serata di Lana Del Rey ha visto un rapidissimo sold-out ed era effettivamente gremita, per un concerto di un’ora e mezzo scarsa, mentre la giornata che abbiamo frequentato (domenica 25) vedeva la presenza di Pixies, Róisín Murphy, PJ Harvey, LCD Soundsystem, tanto per citare i musicisti principali, e non era al completo. Questi sono i dati, ognuno ne tragga le conclusioni che crede.

Serata esclusiva per Lana Del Rey

Lana Del Rey, reduce da una stringa di date, inclusa quella italiana, si presenta in ritardo di mezz’ora in un contesto nel quale le band sono sempre puntuali. È nota per questo, in altri festival dove il coprifuoco è più rigido il pubblico che paga cifre non esattamente popolari ha avuto diritto a setlist abbreviate; a Parigi questo non succede, ma il concerto finisce più tardi e saltano i mezzi pubblici, che buona parte dei festivalieri all’uscita non troverà più disponibili.

Lana Rock en seine

Al pubblico dei fan probabilmente importa poco, soprattutto ai giovanissimi, che sono davvero tanti, e che hanno dato vita a un enorme karaoke per buona parte del tempo. Vedere un simile entusiasmo è sempre uno spettacolo. Soprattutto quando, ed è questo il caso, le composizioni sono effettivamente belle. Dunque sia chiaro, qui si parte dall’apprezzamento per la musicista statunitense.

Ma ne vale la pena?

Com’è noto, però, Lana Del Rey non ha mai avuto una grande presenza scenica. Quando canta, perché a volte la traccia sottostante si sente un po’ troppo, canta bene ed è simpatica, ma da lei ormai non ci si attende molto altro sul palcoscenico. Dunque c’è una bella coreografia verdeggiante a due piani, due pali di pole dance, ballerine e un’ottima band che riproduce in modo quasi sempre pedissequo le versioni in studio dei brani.

Born to Die e Did You Know That There’s A Tunnel Under Ocean Blvd fanno la parte del leone con quattro canzoni ciascuno, gli altri album una o due. A sorpresa si apre con Body Electric da Paradise, non eseguita dal 2018. Per il resto la scaletta prosegue come a Milano, entrando nel vivo soprattutto con Doin’ Time e Summertime Sadness, che sono indubitabilmente belle. Al centro della setlist Born To Die rappresenta il massimo del karaoke collettivo. La band aggiunge qualche variante per esempio su Cherry da Lust for Life, ma purtroppo molte delle canzoni sono proposte in versioni abbreviate. Lo spettacolo risulta molto statico e, alla lunga, noioso, dal momento che i cambi di ritmo non sono proprio consueti nel repertorio di Lana. Insomma, entusiasmo assai mitigato, meglio ascoltarla a casa.

La domenica, giorno conclusivo del Rock en Seine 2024, si apre per noi con Róisín Murphy

Roisin murphy rock en seine

La giornata di domenica inizia per noi con il concerto di Róisín Murphy, ed è proprio un’altra storia! L’ex metà dei Moloko, dal vivo, si presenta in ottima forma e da vera padrona della scena sfodera un’empatia inaspettata, dimostra di saper cantare e intrattenere una fanbase che risponde adeguatamente.  Lo spettacolo è garantito e completo. Ironica e a tratti vintage, sfodera un cambio abito ad ogni brano evocando le regine della disco anni ’80. Il repertorio è basato soprattutto sugli ultimi due album, l’omonimo Róisín Machine e Hit Parade. Si conferma l’entusiasmo per il concerto visto a Londra pochi mesi orsono.

Spazio a PJ Harvey, che non delude mai

Intravediamo poco dei Pixies, che sembrano in discreta forma ma ormai ripetitivi, perché incalzano gli altri concerti e vogliamo trovarci in buona posizione. La scorsa volta che abbiamo visto PJ Harvey al Rock en Seine era il 2017 per il tour di  The Hope Six Demolition Project, e la maggior parte dei pezzi erano tratti da quello e da Let England Shake. Il tour per I Inside the Old Year Dying è cosa diversa, a Parigi PJ l’ha già presentato nella sua integralità, e qui comunque ne esegue cinque canzoni, non poche in un festival dal pubblico eterogeneo che magari conosce solo i pezzi più celebri.

PJ Harvey Rock en seine

Ma PJ Harvey è artista vera, abituata a seguire la sua Musa, e ha una band ristretta ma eccezionale nella raffinatezza degli arrangiamenti, oltre che sperimentata: ci sono il batterista Jean-Marc Butty, i polistrumentisti Giovanni Ferrario e James Johnston, e poi John Parish. La prima parte, dedicata soprattutto all’ultimo disco e a Let England Shake, è quasi folk, delicato eppure efficace in un luogo potenzialmente dispersivo.

Un repertorio non scontato

Naturalmente ci si eccita per il punk ruvido di 50ft Queenie e Man-Size o per le gloriose Down By The Water e To Bring You My Love, che non possono mancare, ma vengono anche rivisitate canzoni meno ascoltate quali Black Hearted Love e Send His Love To Me, entrambe in versioni strepitose. Silente per buona parte del concerto, PJ Harvey finisce per presentare la band e per dire che questo è l’ultimo concerto previsto in Europa, e che l’abito indossato è coperto da disegni, ognuno realizzato da qualcuno della touring band alla fine di ogni serata, così abbiamo il privilegio di vederlo nella sua forma completa. Qualche sorriso ed è fatta, il mix fra belle canzoni, band competente e affezionata, e charme naturale fanno centro anche al Rock en Seine 2024, e PJ Harvey lascia l’impressione che per lei sbagliare sia impossibile.

Gli LCD Soundsystem chiudono il Rock en Seine 2024 nel migliore dei modi

Un’oretta di attesa in una serata fresca è parzialmente riempita dal passaggio della fiamma delle Paraolimpiadi che si aprono domani, e soprattutto dal montaggio sulla scena della consueta mirror ball e della caterva di casse e strumenti per LCD Soundsystem, che scelgono di averli compatti sul palco enorme della Grand Scène, per una migliore intercomunicazione.

Annunciati dai riverberi di We’re Gonna Have A Real Good Time Together del Velvet Underground, gli LCD Soundsystem partono con un’apertura devastante  a base di Get Innocuous!, I Can Change (che include uno snippet di Radioactivity dei Kraftwerk) e You Wanted a Hit: ennesima prova che la band è fatta per suonare dal vivo, e che per quanto possano piacervi su disco, live sono veramente altra cosa – e la scenografia, pure bella, non è neppure essenziale dinanzi all’esecuzione. Nonostante l’attitudine man-machine di James Murphy & Co., stasera c’è la dedica di Someone Great a Justin Chearno, co-fondatore con lo stesso Murphy del ristorante di Brooklyn The Four Horsemen, scomparso il 23 agosto, e il tema ritorna all’inizio di New York, I Love You but You’re Bringing Me Down, proposta in una gran bella versione. Ma la band è all’apice quando picchia, e allora Losing My Edge (con elementi di Ghost Rider dei Suicide, di Robot Rock dei Daft Punk e di Don’t Go degli Yazoo) o Dance Yrself Clean portano di nuovo il concerto al parossismo trance. LCD Soundsystem sono un’esperienza brutale.

LCD RES

Inutile fare paragoni fra generi così differenti, certo, ma è interessante aver aperto il festival con un’artista brava in studio, e che però mette in scena una parodia di concerto, e chiuderlo con la ferocia e l’intensità di un gruppo che in vent’anni ha realizzato solo quattro dischi, ma che nella dimensione live risulta imperdibile, una vera macchina da guerra che ci fa andare via in estasi verso la notte parigina.

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Due su tre, l'altro è Giovanni. Qui tutti insieme al Rock en Seine

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