Simple Minds @ Le Patinoire Meriadeck (Bordeaux, 08.05.2017).
Sono passati ben 35 anni dalla pubblicazione di New Gold Dream (81, 82, 83, 84). L’album dei Simple Minds considerato a giusto titolo uno degli imprescindibili nel panorama new wave di inizio anni ’80 ha rivissuto quest’anno giorni di gloria. La band per celebrarlo ha pensato di ripubblicarlo in versione acustica e di promuoverlo con un tour europeo che ha toccato anche la Francia e l’Italia.
Il pubblico del Patinoire Meriadeck
Il Patinoire Meriadeck è una grande sala di Bourdeaux in genere teatro di eventi mainstream, un po’ in controtendenza con l’atmosfera indie e underground che caratterizza la città. Per i Simple Minds evidentemente c’era la necessità di accogliere un pubblico un po’ più eterogeneo degli abitué delle piccole sale. E, con un mio certo disappunto, ci siamo dovuti adattare alla configurazione “pubblico seduto” pensata per la serata. Il pubblico dei Simple Minds per questa serata bordolese è essenzialmente composto di quarantenni nostalgici, in larga parte fan della band e che conoscono benissimo tutte le tracce dell’album. Ci sono anche spettatori più giovani, indubbiamente, ma la parte del leone è senza dubbio costituita dai supporter di vecchia data di Kerr e soci.
L’ottima apertura di KT Tunstall prima dei Simple Minds
In perfetto orario, alle 20.00, si presenta sul palco ad annunciare KT Tunstall, première partie prevista per lo spettacolo, proprio Jim Kerr. Scozzese come i Simple Minds, KT ha partecipato attivamente alla registrazione della versione acustica di New Gold Dream. Offre al pubblico un set serrato e vivace con tutti i brani più conosciuti del proprio repertorio. Compresa la splendida Black Horse And The Cherry Tree, pezzo che l’ha resa celebre presso il grande pubblico.
I Simple Minds sull’elegante palcoscenico del Patinoire Meriadeck
Una breve pausa ed ecco in scena i Simple Minds. Il palcoscenico è elegante e sontuoso allo stesso tempo. Come farà notare lo stesso Kerr, approfittando della situazione per fare una battuta alle spese di U2 e Depeche Mode “con i loro effetti speciali”. Accoglie la bravissima Cherisse Osei, batterista che ha preso il posto dello storico Mel Gaynor, poi Charlie Burchill alla chitarra, Ged Grimes al basso e Sarah Brown, corista che non fa rimpiangere Robin Clark, presente su tracce storiche quali All The Things She Said e Alive and Kicking.
La serata entra subito nel vivo sulle note di New Gold Dream e già da subito i più scatenati fra i presenti ne approfittano per alzarsi e ballare sulle note di uno dei brani più belli e amati della band. Ma, come prevedibile, sarà una teoria di pezzi più che noti a susseguirsi senza pause. Ed ecco quindi Glittering Prize, Mandela Day, Chelsea Girl, On the Waterfront, Promised You a Miracle e Big Sleep.
Set di classici per Jim Kerr e i suoi Simple Minds
Si tratta di un set acustico che riesce, grazie all’uso sapiente della batteria e alla straordinaria voce di un Kerr in gran forma, a preservare la struttura originale delle canzoni, che non risultano troppo penalizzate dall’assenza di chitarre e basso elettronici.
Lo spettacolo scorre via liscio, fra le battute di Kerr e la musica in primissimo piano. Sulle note di Don’t You Forget About Me, noto anche per essere colonna sonora di The Breakfast Club, le prime file approfittano per alzarsi e raggiungono il palco. L’ultima parte dello show è lasciata ai pezzi più famosi (e non necessariamente inclusi in New Gold Dream) e mi pare quindi giusto che Kerr & soci per chiudere lo spettacolo si affidino alle note di Alive and Kicking. Una bella prova per una band la cui musica non è certamente fuori moda.