Ndox Festival

Il Festival Druga Godba celebra al meglio i suoi 40 anni di vita a Lubiana, 26 maggio 2024.

Il Festival Druga Godba celebra nel 2024 i suoi 40 anni di vita, dedicati alle musiche contaminate, all’etnica, al jazz, alla sperimentazione nelle sue varie forme. Anche il cartellone di quest’anno è stato di tutto rispetto. Io purtroppo ho potuto partecipare solo all’ultima serata, ma nei giorni precedenti si erano esibiti artisti del calibro di Acid Arab, Amin Maalouf, Mats Gustafsson, Brighde Chaimbeul. Caratteristica del festival è quello di svolgersi in vari luoghi della città, per quest’ultimo giorno è stato lo storico centro sociale Metelkova a ospitare in tre delle sue sale i concerti previsti. Luogo affascinante con i suoi fantasiosi graffiti, ma anche ottimo per organizzazione e qualità del suono, da segnalare la puntualità ferrea delle esibizioni a neanche cinque minuti l’una dall’altra.

Si parte con il sestetto Zoc

Una bella sorpresa il sestetto Zoc, formato dal chitarrista americano Chris Eckman (ricordate i Walkabouts?) e da cinque eccellenti musicisti di casa (Blaž Celarec alla batteria, Žiga Golob al contrabbasso, Adi Jakša alla chitarra, Andraž Mazi alla chitarra e tastiere, Boštjan Gombač ai fiati), a dimostrazione di una scuola slovena di grande qualità. Il gruppo nato come quartetto nel 2012 si ricompone alquanto sporadicamente. Stavolta i sei musicisti si sono riuniti in una lontana località del nord-est della Slovenia e lì, ispirati dai dolci paesaggi collinari ricoperti da vigneti al tramonto, hanno creato una musica incantevole e rilassante in cui un ruolo fondamentale ha l’improvvisazione e l’affiatamento fra i musicisti. Il set è consistito in una lunga performance di quasi un’ora, una musica non definibile, sperimentale, ma nella quale si fondono elementi jazz, rock, prog e folk, ogni musicista ha portato il suo contributo e la sua personalità al fine di creare una musica immaginifica che rifacesse vivere l’atmosfera raccolta e languida dell’ambiente che l’ha ispirata.

Sul palco del Festival Druga Godba sono di scena i Lenhart Tapes

Ero molto curioso e con alte aspettative per il concerto del serbo Lenhart Tapes che con Dens, recensito su queste pagine, ha offerto uno de dischi più sorprendenti e affascinanti di questo primo scorcio dell’anno. Ebbene i risultati sono stati perfino superiori alle attese: insieme alla straordinaria vocalist e violinista Tijana Stanković, Lenhart ha travolto il pubblico con una musica calda e ribollente come un chiassoso mercato mediterraneo, dopo pochissimo tutta l’affollata sala non ha potuto fare a meno di ballare.

Festival Druga Godba Lenhart

Difficilmente l’elettronica ci era apparsa così umana e coinvolgente. Field recordings, campionamenti, loop manipolati dalla sua collezione di musicassette hanno perfettamente relazionato con il canto di Tijana Stankovic, dando una dimensione nuova alle canzoni tradizionali che costituiscono il loro repertorio. Se il live è la testimonianza decisiva del valore dei musicisti, questo ha confermato quanto ascoltato su disco, un sound che sul palco è apparso ancora più potente e coinvolgente, grazie anche alla partecipazione emotiva dei due musicisti che anche con la loro gestualità hanno stregato la platea. Ne sono rimasto profondamente affascinato e ne sono uscito veramente felice. Come mi ha detto il loro simpaticissimo manager Rok Košir, non a caso lo stesso dei Širom, Lenhart sarà in Italia in autunno, se potete non perdetevelo.

Si chiude con Ndox Electrique

Ancora immersi nel suono balcanico, nell’ethno-noise del duo serbo che immediatamente veniamo travolti, stavolta in un teatro all’aperto, dalla travolgente ed esplosiva musica dei Ndox Electrique. Sul palco a officiare il rito adorcista e tribale ci sono ovviamente i due Putan Club Gianna Greco al basso e François Cambuzat alla chitarra con tre irrefrenabili percussionisti e la cantante Rockaya “Madame” Diéne tutti appartenenti all’etnia senegalese dei lebu. Vederli dal vivo è un’esperienza immersiva e totalizzante, i poliritmi creati dalle percussioni, la furia noise degli strumenti e dell’elettronica uniti al canto rituale e ai movimenti frenetici della danza della Diéne creano una miscela ossessiva e ipnotica alla quale è impossibile sottrarsi, il risultato anche qui è un totale coinvolgimento del pubblico nel rito tribale officiato dal palco. Poco più di un’ora di grande intensità, una musica che affonda le sue radici nei riti ancestrali di una comunità africana che deflagrano col noise radicale del duo italo-francese. Più che un concerto un’esperienza esaltante e per certi versi sconvolgente, felicissimo di averla vissuta.

Festival Druga Godba

Sia pure vissuto un solo giorno, ma di grande bellezza e qualità, il Druga Godba si è rivelato un’esperienza molto positiva, accogliente così come accogliente è la capitale slovena, con i suoi ritmi rilassati, i suoi caffè sul lungofiume, i suoi mercati ricolmi di ciliege e fragole, la sua atmosfera fra Mitteleuropea e Balcani.

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Nato nel 54 a Palermo, dal 73 vive a Pisa. Ha scritto di musica e libri per la rivista online Distorsioni, dedicandosi particolarmente alla world music, dopo aver lavorato nel cinema d’essai all’Atelier di Firenze adesso insegna lettere nella scuola media.

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