Fatboy Slim autorizzato

Fatboy Slim autorizzato

di Francesca Bassani

Fatboy Slim al Tenax, serata che si potrebbe intitolare “Con Rozalla il volume a palla”, per usare una vecchia frase che all’epoca del brano Everybody’s Free usava non ricordo se Albertino o Linus su Radio Deejay.
Ed è proprio questo il problema: il dj set di Fatboy Slim al Tenax, venerdì scorso, è stato un tuffo nelle sonorità anni ’90 più tamarre possibile. È stata un’escalation di brani da non crederci, tanto che a un certo punto mi sono immaginata a salire in consolle per prendere a schiaffi un Norman Cook al contrario preso benissimo e visibilmente divertito. Come se, davvero, quella fosse la musica che a lui piace. Allora ho deciso che, essendo lì con degli amici fantastici, tutti decisi a goderci comunque la serata, era il caso di “farsela prendere bene” come l’amico di Brighton (o almeno provarci).
Per non arrivare impreparata e per avere un’idea anche vaga di cosa mi sarei dovuta aspettare, nei giorni precedenti alla data x, avevo cercato su YouTube alcune sue esibizione degli ultimi anni. Ebbene, quando ho realizzato che uno dei brani che non mancano mai nelle sue performance è questo (https://www.youtube.com/watch?v=wBoRkg5-Ieg), ho cominciato ad avere paura, cercando però di non farmi scoraggiare e magari sperando in un cambio di rotta degli ultimissimi tempi.
Mi sbagliavo di grosso.
Quello che mi domando è come sia possibile che uno dei pionieri di una certa elettronica, un uomo le cui creazioni ho adorato e che a fine anni ’90, insieme ad altri gruppi come gli Underworld, ha “sgrezzato” un genere musicale rendendolo nobile e ascoltabile anche da chi non si sarebbe mai avvicinato a questo tipo di suoni… come è possibile che adesso si metta a far ballare roba così.
Ho provato a rispondermi: o c’è “rimasto sotto”, o pensa che la sua musica e quello che si è generato da essa non sia abbastanza divertente (in effetti i bpm non sono tantissimi come nelle truzzate che ha messo venerdì, ma sei Fatboy Slim, a un certo punto va bene anche che tu continui a sperimentare no? O forse a un certo punto meglio vivere di rendita?).
Mi chiedo anche: a tutti quelli che erano lì e che esplodevano in applausi e urla non appena accennava a un “right here, right now” (poi prontamente sovrastato da pezzi del tutto diversi) e che evidentemente lo conoscevano dai bei vecchi tempi, cosa è successo per potersi divertire e compiacere adesso con un set del genere? Ma forse forse, la risposta ce l’ho…

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Peccato lasciare così poco spazio per la parentesi positiva della serata: gli Apes on Tapes bravissimi, prima di Fatboy Slim. Sono anche tornati in consolle in chiusura, per riappacificarmi lo spirito.
Purtroppo, essendo arrivata dopo mezzanotte, non ho potuto godermi il set di Andrea Mi, dj che seguivo ai tempi dell’università quando teneva a Controradio il miglior programma del palinsesto insieme a Giustina Terenzi (ho smesso di seguirli soltanto perché non vivo più a Firenze), una sorta di precursore di Musical Box (Radio2). Spero di poterlo ascoltare presto, da qualche altra parte (sì perché mi sono ricordata che anni fa, dopo aver visto Ellen Allien al Tenax, mi ero ripromessa di non tornarci mai più per serate di “elettronica”…).

Memento sempre: non regalare mai più biglietti di concerti e serate alle amiche, porta male (v. Massive Attack a Genova: https://www.tomtomrock.it/concerti/498-massive-attack-genova-goa-boa-festival-arena-del-mare-11-luglio-2014.html)

httpv://www.youtube.com/watch?v=wjAgzqZzm2U

Fatboy Slim @  Tenax (Start + Best)

 

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