mara redeghieri 2015

mara redeghieri 2015

di Antonio Vivaldi

Mara Redeghieri cantava negli Üstmamò, nome importante del rock italiano anni ’90 tra post-punk, house ed elettronica. E’ stata anche co-autrice di un pezzo di successo come Meravigliosa Creatura di Gianna Nannini. Sciolto nel 2004 il gruppo, Mara ha scelto di fare l’insegnante d’inglese abbandonando per qualche tempo il mondo musicale. Il ritorno sulle scene è di cinque anni fa e in chiave del tutto nuova rispetto allo scintillante passato:
“Così mi riaccosto alla favolosa canzone popolare per farmi insegnare come si dicono le cose, come ci si commuove raccontandole. Ricomincio da lì. Cantare anarchico e partigiano è ancora più profondo, perché è cantare di popolo oppresso che rivendica il proprio onore, la propria libertà di volere campare dignitosamente” (1)
Lo spettacolo che Mara Redeghieri propone in questi mesi si chiama “Il Galeone – Ribellarsi è gusto”. La voce è accompagnata dalla chitarra acustica di Nicola Bonacini, dal contrabbasso (spesso suonato con l’archetto) di Lorenzo Valdesalici e dai commenti, fra il dotto e il discorsivo, di Diego Rosa che contestualizza le canzoni e traccia paralleli fra il periodo in cui vennero scritte e il presente. Paralleli piuttosto tristi, poiché dal 1915 al 2015, abusi, inganni e sopraffazioni sono rimasti più o meno gli stessi, soltanto ‘mediatizzati’ in modo differente. Il repertorio è in parte quello che si ascolta nel disco Attanadara e va dalla canzone anarchica e di protesta di fine ‘800-inizio ‘900 (O Gorizia, Sante Caserio) fino a cose più recenti (e più ironiche) quali Il Tarlo di Fausto Amodei o E Me Gatt, traduzione nel dialetto dell’appennino reggiano di un classico della canzone milanese, El Me Gatt di Ivan Della Mea.

mara redeghieri Attanadara

“Quando ero una cantante pop cantavo peggio. Gli anarchici mi hanno insegnato a tenere le note.”

Mara Redeghieri è una cantante incredibile: la limpida bellezza di timbro ed emissione le consentono di evitare forzature interpretative in un repertorio che può tendere all’enfatico. Qui invece la persuasione vince sulla retorica, il sentimento mette in secondo piano la dottrina, grazie anche a una presenza scenica tra il suadente e il lunare che fa pensare a una serenità conquistata con qualche travaglio. Il pubblico genovese, formato più da fan della canzone militante che degli Üstmamò, entra subito in sintonia e c’è anche spazio per qualche scambio di battute. Quando Mara parla della necessità dell’accoglienza verso i rifugiati, qualcuno dalla platea le urla: “Dillo a Giovanni!” (2) e lei soave replica: “Appena lo vedo!” E di sicuro lo farà perché, come dice il nostro John Vignola, “Mara Redeghieri è un’illuminata”.

httpv://www.youtube.com/watch?v=gqPqAwfHXtA

 

La foto sotto il titolo è di Bianca Pirisino 

(1)http://www.rockit.it/news/mara-redeghieri-nuovo-disco-canti-anarchici-partigiani
(2) Si parla di Giovanni Lindo Ferretti, ex cantante di CCCP e CSI, il quale ha di recente sostenuto che “lo straniero è uno straniero, uno stato che […] non pensa ai suoi compatrioti non è uno stato”.

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