di Renato ‘Campominato’
Familiars si apre con Palace, il singolo che ne ha anticipato l’uscita e che lasciava ben sperare per quel che concerne la qualità del successore dell’ottimo Burst Apart. Senza dubbio un bel brano di buon pop, raffinato al punto giusto come il seguente Doppelganger, dove però comincia ad aleggiare la sensazione che ci sia qualcosa che non va. Infatti proseguendo l’ascolto i brani rivelano una monotonia a tratti esasperante e la struttura eccessivamente uniforme del tappeto sonoro rende difficoltosa anche l’attenzione necessaria per l’analisi dei testi (la batteria suonata con più vigore nel finale di Director sembra messa apposta per ridestare l’ascoltatore ormai sonnecchiante). Dalla seconda metà del disco in poi si fatica a sopportare la maniera in cui viene utilizzata la tromba, troppo spesso protagonista e anche il modo di cantare (a parte qualche falsetto poco convinto qua e là) non si può certo definire fantasioso. Surrender rappresenta di fatto la (mia) resa e il brano finale Refuge scivola stancamente mentre svanisce la speranza di trovare in mezzo a queste tracce qualcosa di riconducibile agli Antlers migliori, quelli di Every Night My Teeth Are Falling Out, per intenderci. Un vero peccato, perché sono comunque presenti abbozzi di ottime idee che sviluppati in maniera differente probabilmente non avrebbero portato a questo deludente mezzo passo falso.
5/10
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The Antlers – Palace