di Marina Montesano
Devonté Hynes è stato a lungo un interprete-compositore in cerca d’identità: polistrumentista, ha scritto canzoni per altri musicisti, ha militato nei Test Icicles, si è esibito con il nome di Lightspeed Champion e ora come Blood Orange. In quest’ultima veste e con il secondo disco, Cupid Deluxe, le esperienze accumulate in tutte le differenti vesti sembrano convergere e arrivare a compimento. Inglese trasferito a New York, Hynes produce un disco impregnato della cultura gay, disco, synth-pop della città dei primi anni ’80. Prince è un rimando ovvio, ma Uncle ACE, uno dei momenti migliori, potrebbe far pensare anche ai Talking Heads. C’è posto per tocchi hip-hop vintage, come nella ritmica di Clipped On oppure nella lenta High Street, nelle quali il rap di alterna alla voce soul di Devonté. Nonostante l’eclettismo del suo autore, Cupid Deluxe è un disco con uno stile suo proprio, elegante e raffinato, al quale manca solo un hook di immediato impatto che possa trainare tutto il resto verso un successo meritato.
7,6/10
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Blood Orange – Time Will Tell