bob dylan fallen angels

Con Fallen Angels continua il tributo di Bob Dylan a Frank Sinatra, ma questa volta privilegiando atmosfere meno notturne, più rilassate.

Fallen Angels. Dodici canzoni registrate al tempo del precedente tributo a Frank The Voice. Rimaste nel cassetto in attesa di una pubblicazione successiva o messe da parte semplicemente. Una questione che  resterà senza risposta e che impegnerà  gli studiosi per i prossimi anni a venire. Bob Dylan affonda la mano nello scrigno senza fondo della tradizione americana, legge, rilegge a modo suo quella tradizione e specchiandosi in quelle note regala uno sguardo sul mondo che lo circonda; a volte mette insieme note e parole sue e chiama per nome questi tempi oscuri (Tempest), a volte si affida a quello che è stato già scritto: canzoni di solitudine, di amori finiti, di magia, di tristezza.

Una volta, credo, aveva detto che non c’era più bisogno di scrivere nuova canzoni, dato che era già stato detto tutto. E forse questa idea e queste parole sono quelle necessarie per seguirlo nell’ascolto di Fallen Angels, come la conclusione di un cammino iniziato con Shadows In The Night.

Ma adesso, le ombre della notte si sono diradate e l’atmosfera generale del disco sembra rilassata, forse disincantata, pur nella caduta degli angeli. Esecuzioni perfette, voce che prende per mano e invita ad entrare nel grande tendone dove sono messi a caso tutti i sentimenti che travolgono la vita di ogni singolo uomo; e stranamente sembra  che alla fine, per magia, tutto si unisca in una promessa d’amore: “Potrà esserci il sole o potranno esserci le nuvole / potremo essere ricchi o poveri/ Ma io sarò sempre con te/ Che piova o che splenda il sole”. E Bob è sempre stato con noi, molto spesso qualche passo avanti, sempre spiazzando ogni attesa. Fallen Angels. Bob Dylan. C’è sempre da imparare.

8/10

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Nato con i Beatles e cresciuto con il folk americano, ho trovato in Dylan la sintesi perfetta di ogni cosa. Suono da molti e molti anni, prima in un gruppo (La Via del Blues) e poi in un duo che spesso si moltiplica con la partecipazione di amici che vogliono condividere il piacere/ divertimento di scrivere pezzi propri (The Doorways). Tom Petty, Byrds, The Band, Eric Andersen, The Outlaws, Bruce Springsteen e tanti altri.... Per me Clapton è ancora Dio.

Di Giovanni Porta

Nato con i Beatles e cresciuto con il folk americano, ho trovato in Dylan la sintesi perfetta di ogni cosa. Suono da molti e molti anni, prima in un gruppo (La Via del Blues) e poi in un duo che spesso si moltiplica con la partecipazione di amici che vogliono condividere il piacere/ divertimento di scrivere pezzi propri (The Doorways). Tom Petty, Byrds, The Band, Eric Andersen, The Outlaws, Bruce Springsteen e tanti altri.... Per me Clapton è ancora Dio.

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