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di Antonio Vivaldi

Si può dire che C.F.F. e il Nomade Venerabile rappresentino una leggenda underground. Non è detto si tratti di un complimento, visto che il gruppo pugliese merita da tempo una visibilità maggiore rispetto a quella  finora conosciuta. Il nuovo album Attraverso potrebbe cambiare la situazione. È un disco potente, compatto, viscerale che associa agli antichi amori wave (dai CSI a Umberto Palazzo) un evidente interesse per angolosità chitarristiche in stile stoner, dove il termine serve anche a dare l’idea di canzoni dure, quasi scolpite nella pietra. Il fascino del progetto sta soprattutto in un elemento: la capacità di associare dialetticamente il concept testuale (potremmo sottotitolarlo “il tempo e i tempi”) al modo in cui sono strutturati i brani: ne è un esempio Che l’alba esploda, dove il fraseggio della chitarra lenisce l’apocalittico  furore delle parole. Salvo un paio di passaggi in cui la tendenza all’epos, peraltro  connaturata al gruppo, diventa un po’ smodata, siamo di fronte a un’opera indiscutibilmente notevole che dà l’idea di poter funzionare piuttosto bene anche dal vivo. Attraverso  non è disco consolatorio, anche se negli ultimi versi si lascia catturare da un sentimento irrazionalmente felice quale lo stupore davanti alla bellezza, e non ha paura di apparire scorretto in tempi dove (v. le recenti storie legate a Battiato e Fabri Fibra) la libertà può essere solo perbene e inoffensiva: “Facce nel cesso/troiette in bella vista: il posto è fisso”. 

7,6/10


httpv://www.youtube.com/watch?v=7amOU5bDQ40

C.F.F. e il Nomade Venerabile – Nostra Signora della Neve

 

 

 

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