di Mauro Carosio
Si scrive Chvrches ma si pronuncia Churches. Ricordiamocelo perché sentiremo parlare spesso di questo trio scozzese giunto, dopo alcuni singoli, a pubblicare l’album d’esordio. I ragazzi non sono alle prime armi; vantano un curriculum di tutto rispetto, sono stati spalla dei Depeche Mode nell’ultimo tour e hanno le carte in regola per essere “the next big thing”. Già famosi in patria (il loro concerto al The Arches a Glasgow dell’anno scorso è stato un grande evento), approdano sul continente con The Bones Of What You Believe, un disco confezionato ad hoc per un pubblico vasto. Il genere è rassicurante, un electro-pop vagamente anni ’80 che pervade le dodici tracce in maniera omogenea senza far registrare sbavature o cedimenti. Nel suo insieme il lavoro mostra dunque una struttura abbastanza standardizzata con una serie di divertenti intuizioni supportate dalla voce accattivante e maliziosa della cantante Lauren Mayberry. Fra le dodici tracce compaiono anche i singoli pubblicati in precedenza (The Mother We Share, Gun e Recover), che costituiscono peraltro i passaggi migliori dell’intero lavoro. Altri brani pronti a scalare le classifiche sono senz’altro We Sink e Science/Vision che con il loro ritmo martellante e contagioso (altrove invece meno presente) non passeranno certo inosservati. Una vera promessa o un’operazione di marketing ben riuscita?
7/10
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Chvrches -The Mother We Share