eleanor freideberger

eleanor freideberger

di Renato ‘Campominato’

Ho sempre avuto un debole per Eleanor Friedberger. Malgrado non sia esattamente una bellezza da copertina, mi ha sempre attratto quel fascino carico di mistero, un po’ alla Chrissie Hynde (che ricorda talvolta anche con la stupenda voce) e quella presenza solida e sicura, corazza dietro la quale mi piace pensare si celi una grande dolcezza. A parte queste fantasie da teenager (o se preferite bukowskiane…) che solo apparentemente hanno poco a che fare con la musica, sono stato in passato fra chi ha apprezzato parecchio i Fiery Furnaces, band indie formata insieme al fratello Matthew, e tra i pochi non rimasti delusi dalla direzione intrapresa nella carriera solista, orientata verso un pop-rock ampiamente rodato e meno alternativo, e soprattutto da Personal Record dove, a mio modo di vedere, era ben presente quella verve che ne aveva contraddistinto in modo particolare gli esordi.
In New View Eleanor Friedberger smussa ulteriormente gli spigoli, servendosi di un tappeto sonoro folk-pop essenziale, sul quale descrive le impressioni e le esperienze di donna matura sulla soglia dei fatidici 40 anni e racconta di come questa condizione coincida con l’urgenza di rivedere alcuni aspetti della propria vita (inclusi cambio di etichetta discografica e trasferimento da New York in una zona rurale). Una raccolta di piccole rivoluzioni interiori, fatta di arrangiamenti semplici, nella maggior parte dei casi sorretti da una variegata moltitudine di dettagli e sfumature che affiorano solo dopo diversi ascolti, donando ai brani robustezza ed un’eleganza (per alcuni anche sensualità…) genuina ed equilibrata che rende decisamente godibile l’ascolto.

7/10

httpv://www.youtube.com/watch?v=1Dj0s16RMa0

He Didn’t Mention His Mother

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