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Hardcore senza compromessi o quasi: Fucked Up – Glass Boys.

Fino a qualche tempo fa il punk era o quello superalternativo dei circuiti per pochissimi, oppure l’emo per gli stadi. E’ indubbio che ci sia una nuova generazione di band arrivate per riempire questo gap, band che vengono recensite dalla stampa che conta, pur mantenendo un piglio hardcore. I Fucked Up sono tra queste; e se con il nuovo Glass Boys provano maggiori aperture melodiche, non lo fanno per intraprendere una direzione pop, quanto guardando, per esempio, ai primi Hüsker Du. Quando la formula funziona davvero abbiamo la trascinante Sun Glass, il momento migliore del disco.

Altre volte si apprezza l’articolazione delle canzoni che, come per The Art Of Patrons, puntano sui crescendo piuttosto che sulla tendenza a picchiare-e-basta di molto hardcore. Tuttavia, se la prima metà convince, oltre quella soglia qualche dubbio sorge. Warm vira inspiegabilmente verso una specie di prog-punk noiosetto e a tratti la voce urlata si fa monocorde e rischia di dare sui nervi. Comprensibilmente, perché si tratta di una modalità espressiva pensata per brani di due minuti al massimo. Insomma giudizio solo in parte positivo per una band evidentemente salpata per esplorare nuovi territori, ma al momento ancora in mare.

6/10

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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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