di Antonio Vivaldi
L’elettronica pop è un genere oggi molto frequentato perché piace ai giovani anche non musicofili e offre buone chance commerciali, specie se si azzecca il remix, o il remixer, giusto. Ha un suo lato notturno e solipsista che trova in James Blake la sua figura carismatica e in Sohn la new entry più recente. C’è poi un ambiente più socializzante che inizia la giornata con l’apericena e ha negli Air i padri seri e in Fujiya & Miyagi gli zii simpatici. Dai tempi di Transparent Things il trio di Brighton che si ispira al krautrock dei Can e ama l’elettronica inizio anni ’90 non ha cambiato molto il suo stile danzabile ma lieve e giocoso senza stupidità. Stavolta viene accentuata, ma giusto un briciolo, la dimensione techno, mentre mancano i piccoli tocchi malinconici dei lavori precedenti. Alla fine Artificial Sweeteners non mantiene quel che il titolo promette (degli elettro-Fleetwood Mac? Magari) e l’insieme risulta un po’ monolitico proprio come i Can, che però lo facevano apposta. I guizzi più notevoli arrivano verso la fine, con la finta irrequietezza di Daggers e l’attacco seriale-poco serio di A Sea Ringed with Visions. Un disco piacevole, non fosse che in un ambito concettualmente simile perde secco il confronto con Love Letters dei Metronomy.
6,5/10
Seguiteci su Facebook:
https://www.facebook.com/pages/TomTomRock/564881650275629
https://www.facebook.com/groups/282815295177433/
e su Twitter:
httpv://www.youtube.com/watch?v=h05cqXcWq_o
Fujiya & Miyagi – Flaws