Da tempo i paesi nordici esercitano una certa forza di gravità sul Pianeta Rock e satelliti, grazie a musicisti tanto luminosi da irraggiare persino la nostra Italietta. Ma non è tutto oro ciò che luccica: il secondo lavoro del duo svedese I Break Horses ha tinte fredde e accostate a tante, forse troppe, zone d’ombra. Chiaro e scuro, pop e new wave: dal loro contrasto prende forma un quadretto tetro e “alternativo” di una Bella Union che non ha mai scordato la lezione 4AD. Sintetizzatori e beats digitali rappresentano l’ossatura di un album che ha nei suoi momenti pop le attrattive maggiori: è il caso di Faith, ritmata e spettrale, quasi a voler riempire una discoteca fantasma; o di Weigh True Words, la canzone vincente della raccolta. Sorprende infine Medicine Brush, e sorprende per tutti i suoi sette minuti, dai rumori industriali in apertura fino alla voce di Maria Lindén, in un’esperienza intensa di ascesa e caduta ripetute. Complessivamente però di Chiaroscuro rimane poco all’ascoltatore, anche dopo numerose prove.
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