jack-white-lazaretto

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di Renato ‘Campominato’

Dopo aver scavalcato lo steccato di un recinto che evidentemente cominciava a diventare troppo stretto (i White Stripes) e aver mosso i primi passi con cautela per rendersi conto della consistenza del terreno circostante con Blundebuss,ora Jack White cammina a grandi falcate e in piena libertà dedicandosi interamente a ciò che sa fare meglio: grande musica. Gli ingredienti sono più o meno quelli del predecessore, ma arricchiti, rimescolati e dosati con sapiente e geniale maestria riescono a dare un nuovo gustosissimo sapore ad ogni assaggio Dopo alcuni secondi di imbarazzo (perdonatemi ma l’inizio di Three Women mi ricorda la sigla di un telefilm poliziesco degli anni 70) il rock-blues della prima traccia spazza via ogni rimasuglio di dubbio, più che plausibile in questi casi, accompagnandoci fino alla title track che ha anticipato l’uscita del disco, già un classico tra i fedelissimi del terzo uomo, nonché fresco world’s fastest record (per chi lo avesse perso consiglio lo spassoso filmato sulle peripezie di questa singolare prova in occasione del recente record store day). Una scaletta di brani evidentemente non lasciata al caso con intense ballate country dov’è quasi percepibile l’aria di Nashville (Temporary Ground, Entitlement), il rock epico vagamente “Morriconiano” (Would You Fight For My Love), l’hard rock strumentale di High Ball Stepper, il trascinante honky tonk di Just One Drink,l ‘effimero e struggente rifugio nella solitudine raccontato nella delicata meraviglia di Alone In My Home, le strane fantasie di That Black Bat Licorice, i tormenti di I Think I Found The Culprit fino all’acustica Want And Able aperta dal grido di corvi che lottano per la vita, come i personaggi del brano (che possono essere ascoltati separatamente giocando con la manopola del bilanciamento).Un grande disco dove l’estro inesauribile dell’eclettico artista viene supportato alla perfezione da una band affiatatissima e dove non passano in secondo piano le liriche ispirate in parte da alcuni scritti di un inesperto e romantico Jack 19enne, misteriosamente ritrovati, riveduti e corretti dalla più matura, disillusa e realista attuale acclamata rockstar, appellativo che in questo caso sta veramente troppo stretto.

10/10

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Jack White – Lazaretto

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