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di Marina Montesano
Che incredibile strumentista, Johnny Marr! Chi può dimenticarsi, infatti, che la grandezza degli Smiths era data certo dalla voce e dai testi di Morrissey, ma almeno altrettanto dalle melodie inventate da questo chitarrista dall’aria timida e simpatica – tutto il contrario di Moz, insomma. Un vero rinnovamento della chitarra ritmica, il suo, seppure nell’arco di una tradizione che andava da una parte all’altra dell’oceano, da Pete Towshend a Roger McGuinn, trovando un parallelo contemporaneo nel solo Peter Buck. Nei dischi post-Smiths di Morrissey si è spesso avvertita l’assenza di un musicista dotato della finezza di Marr; ma per quest’ultimo è stata ancora più dura: né i Cribs, né i Modest Mouse, band nelle quali ha militato, sono mai stati alla sua altezza. Eccolo adesso alle prese con una prova solista nella quale far risaltare le sue grandi doti: e in effetti la gioia che deriva dall’ascolto sta proprio nel ritrovare “quel” suono. Quando poi il suono si manifesta in canzoni belle come European Me il risultato è perfetto; tuttavia, sotto il profilo delle composizioni, il disco è molto alterno e diversi fra i brani scorrono gradevoli, ma niente di più. Il risultato complessivo non è negativo e neppure mediocre, ma sarebbe bello pensare non a una reunion (non gliene vogliamo fino a questo punto) con Morrissey, quanto piuttosto alla possibilità di trovare sulla sua strada un co-autore in grado di aiutarlo a mettere le sue doti di chitarrista al servizio di canzoni più incisive. Nel frattempo, accontentiamoci di The Messenger.

7/10

httpv://www.youtube.com/watch?v=sc366rfbB1M

Johnny Marr – European Me

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