di Mariangela Macocco
B’lieve I’m Going Down… è il sesto album di Kurt Vile, trentacinquenne cantautore americano ex frontman del gruppo The War on Drugs.
Il suo B’lieve I’m Goin’ Down…, pubblicato lo scorso 25 settembre, è un album ricco e particolarmente interessante: può in un certo senso essere considerato l’album della maturità e della consacrazione artistica di Vile che, accompagnato dal gruppo The Violators, trova nei brani che compongono questo lavoro sia le sonorità che i testi capaci di definirlo nel modo migliore.
Kurt Vile può tranquillamente essere annoverato nella schiera dei cantastorie alla Dylan o alla Nick Drake. Atmosfere folk e malinconiche emergono da tutte le dodici tracce, senza che Vile, tuttavia, si dimentichi mai di aggiungere la giusta dose di ironia e un tocco di sonorità new wave e di psichedelia, tali da rendere il lavoro originale e particolarmente interessante all’ascolto.
Il brano di apertura Pretty Pimpin è il miglior biglietto da visita: pezzo ritmatissimo, la parte musicale è sostenuta da un testo surreale, ironico e divertente : “I woke up this morning/Didn’t recognize the man in the mirror/Then I laughed and I said, Oh silly me, that’s just me” canta Kurt. Non è da meno il brano successivo I’m An Outlaw, classica ballata in perfetto stile dylaniano, introdotta da giri di banjo e batteria con un testo che ci racconta la storia di uno stralunato “fuorilegge” che mai smette di ridere di sé: “I’m an outlaw on the brink of self-implosion/Alone in a crowd on the corner/In my walkman in a snowglobe/Going nowhere slow”.
I brani che seguono sono coerentemente una sorta di prosecuzione di questo lungo viaggio nei meandri più nascosti dell’America profonda, attraversata da Vile coast to coast: così ecco Dust Bunnies, la bellissima That’s Life, Tho (Almost Hate To Say), e la altrettanto riuscita Wheelhouse dalle atmosfere sognanti e rarefatte. Life Like This, la mia traccia preferita dell’album, è un brano trasognato fra pianoforte, chitarre, batterie a fare da contrappunto alle solite fulminanti strofe di Vile, cantate in modo divertente e disincantato.
C’è anche spazio per uno strumentale nell’ora abbondante di questo album: si tratta di Bad Omens, a sua volta estremamente elaborato e interessante, assieme trasognato e ipnotico, fra chitarre, batteria e sintetizzatori.
Completano l’album la ballata dalle atmosfere dark Stand Inside, Lost My Head There, Kidding Around, caratterizzata da bellissimi giri di chitarra, e Wild Imagination, che chiude degnamente un lavoro particolarmente riuscito.
8,5/10
httpv://www.youtube.com/watch?v=659pppwniXA
Pretty Pimpin