luara marling short movie cover

luara marling short movie cover

di Antonio Vivaldi

Due anni fa, recensendo Once I Was An Eagle di Laura Marling, avevamo parlato di disco bello e al tempo stesso impegnativo all’ascolto. In effetti non è che da allora lo si sia risentito sovente, anzi. Può darsi che persino la sua autrice si sia affaticata scrivendolo e suonandolo, visto che Short Movie è lavoro più conciso, fluido e strutturato, anche se non certo easy listening (e nemmeno troppo legato a una forma-canzone dai canoni classici). Altro punto a favore: mentre Once I Was An Eagle metteva in mostra un debito forte nei confronti della Joni Mitchell 1976/77, qui le riconoscibili passioni per i grandi del passato  sono rielaborate, ristrutturate e riequilibrate in modo competente e lontano, tanto per fare un esempio, dal catalogo illustrato del folk anni ‘70 messo in piedi da Ryley Walker nel recente (e comunque molto bello) Primrose Hill. Emblematica è la traccia d’apertura, Warrior, dove la laconicità vocale riporta, ancora una volta, alla Mitchell, mentre la chitarra è affine a Nick Drake e John Martyn; stablito questo, la dialettica forza-fragilità di melodia e testo è ascrivibile solo alla cifra stilistica di Laura Marling.

httpv://www.youtube.com/watch?v=DdCdT_dcmUI

Laura Marling – Short Movie

Dunque Short Movie è un disco di giovanile maturità, come si conviene a un’artista solo venticinquenne eppure già al quinto album,  a volte sommessa, altre volte capace di trovare energie quasi rock che la fanno accostare a una figura modernissima rispetto a quelle fin qui citate quale PJ Harvey.  Quanto alle parole, si può dire che pure qui esista un buon equilibrio fra passione ed elaborazione, fra confessione ed elusività. La difficoltà nella vita di relazione è, al solito, il tema centrale; se la cosa può risultare risaputa, è altresì vero che i molti ‘you’ passati in rassegna canzoe dopo canzone  vengono trattati in modi e toni diversi. Lo dimostrano sia il ritratto  pungente e insolitamente esplicito di Strange – “So che ami i tuoi figli/ So che ami  tua moglie…” –  sia quello tenero  e autoironico di Easy: “Tu ti addormenti mentre io non smetto di parlare di come eravamo”. Da non dimenticare, infine, la presenza nell’album del pezzo più pop mai scritto da Laura Marling, Gurdjieff’s Daughter, il cui video ce la mostra in versione di iperattiva consolatrice-taumaturga di animi assorti. Anche questa è giovanile maturità, come si diceva; per la maturità tout court la figliola di Sir Charles William Somerset Marling ha ancora tanto tempo davanti e pare pronta a usarlo con saggezza: “Cercherò di fare con calma”, dice nella frase finale del pezzo che titola l’album.

8/10

httpv://www.youtube.com/watch?v=5hnKz9rlna4

Laura Marling – Gurdjieff’s Daughter

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