Il talento di Mark Ronson
Il 2015 si apre con un nuovo capitolo per una delle menti più eclettiche e vivaci del panorama musicale internazionale degli ultimi tempi: Mark Ronson. Entrato a buon diritto nell’olimpo dello star system per aver prodotto album che passeranno alla storia, Back To Black di Amy Winehouse per citarne uno, quest’anno Ronson torna con il quarto disco a proprio nome: Uptown Special. L’album, che sta facendo impazzire la critica, è un’esilarante enciclopedia del funk e della musica nera. Uptown è il nome con cui si indica la zona nord di Manhattan, quella che comprende Harlem, ed è proprio da qui che Ronson parte per una ricerca che ha qualcosa di musical-antropologico. Uptown Special è un disco nero, che affonda le sue radici nei ritmi del black-eyed soul che hanno scalato le classifiche degli anni ’70 e che hanno continuato ad avere adepti nei decenni successivi.
Uptown Special e Uptown Funk
Anticipato da un singolo, Uptown Funk, che è già un tormentone cantato da Bruno Mars, il resto dell’album non lascia dubbi sulla qualità eccellente del prodotto, perfetto e curato in ogni singolo brano, una vera perla per gli estimatori e non solo.
Qui i confini tra generi (rock, soul, hip-hop) vengono abbattuti da un filo conduttore omogeneo fatto di ritmi incalzanti e melodie azzeccate. Le collaborazioni illustri non mancano, Stevie Wonder e la sua armonica aprono e chiudono il lavoro, Kevin Parker (Tame Impala) e Jeff Bhasker compaiono nei momenti migliori: Summer Breaking, Daffodils e In Case Of Fire. Uptown Special sembrerà anche un disco uscito dalle classifiche degli anni ’70, ma il talento, e l’astuzia, di Ronson riescono a renderlo sfacciatamente un’intuizione attuale.
7,5/10