Mercury Rev Swim Deep

Mercury Rev Swim Deep

di Marina Montesano

Difficile per i Mercury Rev tornare al momento di grazia di Deserter’s Song, il disco che a fine anni ’90 aveva lasciato presagire grandi cose per la band di Buffalo, NY. Gli anni ’00 li hanno visti in declino, e con una produzione sempre più rarefatta, al punto che questo nuovo The Light In You esce a sette anni di distanza dal precedente; anni che non sono passati invano, perché il disco rappresenta un ritorno in forma. La psichedelia gentile è accompagnata da un senso melodico ben sviluppato, come nelle iniziali The Queen Of Swans e Amelie. Tuttavia è con la successiva You’ve Gone With So Little For So Long, dagli arrangiamenti orchestrali, che il disco sembra toccare l’apice; il momento migliore insieme ad Autumn’s In The Air, bellissima, sebbene tutto il disco si attesti su livelli molto buoni come già mostrava il singolo molto ‘60s Are You Ready. Cosa chiedere di più? Forse un impatto maggiore, ma questo è un disco che si insinua un po’ alla volta, che non fa gridare al capolavoro ma rende assai gradito il ritorno di Jonathan Donahue & Co.

7,6/10

httpv://www.youtube.com/watch?v=86EwvXYG7vA

Are You Ready

 

Avevano esordito nel 2013 con Where The Heaven Are We e un suono molto indie UK anni ’80 gli Swim Deep, rivitalizzando con i concittadini Peace la scena di Birmingham. Ritornano oggi con Mothers, un look ripulito e un suono più maturo. La stampa inglese insiste sul loro radicale cambiamento, ma più che altro ci pare un passo avanti lungo un cammino piuttosto logico. In Mothers troviamo un suono pop psichedelico per certi versi non distante da quello dei Mercury Rev; ma la giovane band sceglie soluzioni più ritmiche, evidenti già dal brano d’apertura, One Great Song And I Could Change the World, e dalla successiva To My Brother, che aggiunge echi acid house eleganti; curiosamente, l’inizio del brano ricorda Black Tie White Noise di David Bowie: non il suo momento migliore, ma comunque un termine di paragone più che lusinghiero per i ragazzi di Birmingham. Peccato che altrove, quando il ritmo rallenta, non sempre la vena melodica regga allo stesso livello (Is there Anybody Out There), ma è raro: nel complesso Mothers è un disco interessante, che coniuga conferma e cambiamento, e che assegna alla band una personalità distinta decisamente più interessante di quella dei Peace e di altre band maggiormente celebrate. E poi quanti sono in grado oggi di concludere un disco con una ballata sognante (Laniakea) e un brano quasi-Kraut (Fueiho Boogie) di questo valore?

7,6/10

httpv://www.youtube.com/watch?v=QrvWPwL536U

To My Brother

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