Dopo la pausa Grinderman, tornano Nick Cave & The Bad Seeds con Push The Sky Away.
A cinque anni da Dig, Lazarus, Dig!!! , dopo lo scioglimento dei Grinderman e l’uscita dalla band di Mick Harvey, ecco Push The Sky Away, quindicesimo album per Nick Cave & The Bad Seeds. Come lasciava intravedere già a fine 2012 il primo brano ascoltato, l’iniziale We No Who U R, si tratta di un disco dai tono sobri e notturni, molto lontano da Dig; non è tuttavia vero, come capita di leggere, che si lascia alle spalle completamente il progetto Grinderman perché, ad un ascolto attento, la costruzione dei brani poggia meno che in passato sul piano e molto più su basso e violino: la distanza rispetto a The Boatman’s Call o Nocturama, per esempio, è evidente. Il terzo pezzo, Waters Edge, pacato e allo stesso tempo minaccioso, è un ottimo esempio della tendenza generale di Push The Sky Away.
Non che tutto sia nuovo: Jubilee Street ha un testo che ricorda molte delle tematiche tipiche di Nick Cave (la morale, il peccato) e la successiva Mermaids è condotta da una melodia targata Bad Seeds al 100%. Forse il disco si siede un po’ all’inizio della seconda parte, con We Real Cool e Finishing Jubilee Street, ma si risolleva con grande potenza nei momenti finali (ma la versione deluxe avrà due tracce in più): la bella title track e Higgs Boson Blues, nella quale troviamo Nick Cave “driving my car down to Geneva”; in apparenza un’immagine ben poco rock’n’roll, in realtà un pezzo con un crescendo e una forza clamorosi. E’ chiaro che bisognerà attendere qualche mese e lasciar sedimentare le impressioni per poter dire come e dove si piazza Push The Sky Away nel canone Nick Cave; per ora viene voglia di riascoltarlo subito, e questo è senz’altro un ottimo risultato.
8/10