Attraversa gli ultimi decenni la musica degli Aksak Maboul e del nuovo Figures.
Figures è il nuovo, doppio album degli Aksak Maboul. Band seminale del rock belga e dell’etichetta (ormai storica ma sempre indipendente) Crammed Discs di Bruxelles, avevano cominciato con una formazione che girava intorno a Marc Hollander e Vincent Kenis: Onze Danses Pour Combattre La Migraine nel 1977 era stato il disco d’esordio, seguito tre anni più tardi da Un Peu De L’Amour Des Bandits che molti giudicano il loro migliore.

Certo più complesso del precedente, prodotto da Fred Frith, innestava gli Aksak Maboul nel circuito del Rock In Opposition mescolando free jazz, folk, classica, musica araba e tanto altro ancora. Vero è che l’associazione con il RIO e Frith proiettava la band più all’indietro che in avanti, ma non è difficile ascoltare già in quella musica le sonorità della no-wave e del nu-free-jazz che a cavallo fra i due decenni scuoteva il panorama musicale underground. Peraltro lo stesso Fred Frith ne sarebbe stato parte integrante.
Una nuova formazione
Agli inizi degli anni ’80 Marc Hollander, ormai leader indiscusso, include negli Aksak Maboul la brass band Honeymoon Killers (o Les Tuers De La Lune De Miel) e la cantante Véronique Vincent. Evidentemente la band viaggiava altri lidi, che tuttavia sono scarsamente attestati da registrazioni. Bisogna infatti attendere il 2014 perché appaia Ex-Futur Album, concepito in quell’epoca e mai uscito. È un disco completamente differente dai precedenti, nel quale la dimensione pop è prevalente: un pop stralunato, certo, ma molto vicino alla ricca tradizione francese in materia.
Figures è il ritorno in studio degli Aksak Maboul
Dopo aver portato in tour la loro musica gli Aksak Maboul hanno deciso di tornare in studio ed è così che nasce Figures, un disco che sembra la sintesi ideale di tutti i diversi momenti della band. Scritto Marc Hollander e Véronique Vincent vede il riotrno dell’amico di vecchia data Fred Frith, ma anche nuovi ospiti, fra i quali ricordiamo almeno Steven Brown dei Tuxedomoon. Le composizioni non sono distanti, quanto a melodie vocali, da quelle di Ex-Futur Album. Tuttavia le basi musicali guardano anche alle esperienze precedenti, sia loro sia degli Honeymoon Killers, il che significa una maggiore inclinazione alle forme free e agli arrangiamenti a tinte cold-jazz.
Difficile citare una canzone o un’altra. Per chi scrive certamente il gioiellino pop Retour Chez A., le atmosfere cinematografiche di Un Caïd, la raffinata Silhouettes, ancora Histoire de Fous dove la musica rispecchia bene titolo e testi, o la conclusiva Tout A Une Fin. Ma su 22 tracce di sicuro non sarà difficile trovare le vostre preferite. L’augurio è di vederli dal vivo presto, virus permettendo, con il vecchio e il nuovo materiale: credo ci sarà da divertirsi.
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