Gli amici e la musica per dimenticare una tragedia: nasce così Alan Sparhawk – With Trampled By Turtles
Per quasi tre decenni, a dispetto del nome, i Low dei coniugi Mimi Parker e Alan Sparhawk volarono alti nei cieli indie tra l’azzurro della melodia e le nuvole della distorsione. Anzi negli ultimi loro dischi seppero fondere i due elementi creando magnifiche, impossibili tempeste slowcore. Dopo la tragica scomparsa di Parker, il 5 novembre 2022 per un tumore ovarico, Sparhawk dichiarò “i Low erano Mimi e i Low sono Mimi”. Chiaro e commovente.
Alan Sparhawk dopo il lutto
Nell’ottobre del’anno scorso è uscito il suo primo album da solista, White Roses, My God, caratterizzato da un massiccio uso dell’elettronica anche nelle parti cantate, quasi a volersi staccare da quelle armonie vocali che erano state un tratto molto caratterizzante del gruppo di Duluth. In contemporanea veniva annunciata l’abbastanza prossima uscita di un lavoro insieme ai concittadini Trampled By Turtles.
Già in passato Sparhawk aveva prodotto lavori di questo non troppo noto sestetto folk-bluegrass, ma il legame è diventato più stretto dopo la morte di Mimi, quando i TBT hanno aiutato l’amico nel modo per loro più naturale: portandolo con se, quando possibile, sul palco e in studio di registrazione. E anche qui c’è da commuoversi un po’.
Un percorso umano messo in musica
With Trampled By Turtles è un disco breve (32 minuti), registrato in un paio di giorni con strumenti acustici e poca o niente batteria. Contiene nove pezzi, tre dei quali iniziati con i Low ancora in attività e gli altri pensati da Sparhawk per un vecchio album solo oppure composti di recente. Presenti, in veste molto modificata, due titoli che già comparivano in White Roses, My God.
Fin da subito si capisce che è stato fatto un passo importante rispetto al passato recente. Sostenuta da banjo e violino, l’iniziale Stranger si muove con il passo da inno che era caratteristico dei Low e Sparhawk canta senza mascheramenti elettronici. Di sicuro sa benissimo che chi ascolta percepisce la mancanza di quell’altra voce e tuttavia ha deciso che andare avanti era necessario. C’è bisogno di aggiungere che la commozione sale anche stavolta?
Il disco prosegue bene, anche se a volte si percepisce un senso di non finito, di mancata elaborazione di qualche idea, mentre diversi momenti sono davvero belli e sono quelli più a cuore aperto, espliciti già nei titoli. Ne è un esempio Don’t Take Your Light, anch’essa affine ai Low nella sua solennità e sostenuta da un violino straziante. Il violino è ancora protagonista nel momento più esplicito e più emozionante della raccolta, Screaming Song: “Pensavo che non avrei mai smesso di urlare/ Pensavo che non avrei mai smesso di urlare il tuo nome “. Per fortuna ci sono passaggi meno straziati, come l’ incalzante Princess Road Surgery o l’ariosa Too High che sembra persino far notare qualche sprazzo di luce (“A volte ti uccide/ A volte ti libera”) ed è bello sentire in Not Broken la voce della figlia Hollis.
Sono stati fatti paragoni con altri dischi nati da un grave lutto familiare come A Crow Looked At Me di Mount Eerie e Skeleton Tree di Nick Cave. Ma se lì si pecepiva uno smisurato, e comprensibile, senso di solitudine e di vuoto, il proposito portato avanti da Sparhawk e dai Trampled By Turtles risulta in parte diverso: la musica è autoterapia, ma con un intero team di supporto.
Siamo dunque di fronte a un lavoro e a un artista a cui è impossibile non volere bene, sperando che anche Alan Sparhawks riesca a volersi bene. Con queati amici è più facile.
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