Recensione: Alessandro Fiori – Mi Sono Perso nel Bosco

Un disco diverso dal precedente per Alessandro Fiori: Mi Sono Perso nel Bosco

Dopo il capolavoro di cantautorato sperimentale e obliquo di Plancton del 2016, Alessandro Fiori ritorna con un altro ottimo album (Mi Sono Perso nel Bosco, 42 Records) che sembra tralasciare lo sperimentalismo elettronico del precedente per tornare a una sua poetica intima incentrata sui sentimenti che rendono la vita così varia e mutevole nel bene e nel male. Amore, paura, trascorrere del tempo, amicizia, solitudine, morte, fragilità vengono affrontati da Fiori con intensa sincerità e commozione e un senso di crepuscolare malinconia che scalda il cuore. Ciò che rende peculiare l’arte di Fiori è la sua capacità di affrontare temi complessi sulla vita con grande leggerezza ed eleganza, le stesse che mostra il cavallo bianco della splendida copertina nel saltare soavemente un tavolino imbandito.

Il senso di Mi Sono Perso nel Bosco

Merito anche di uno sguardo che pur affrontando temi della vita di un adulto, l’amore nelle sue canzoni è quello fra persone mature, non certo quello adolescenziale, mantiene una fragilità e un candore infantile che si manifesta nelle paure e nelle illusioni. Non a caso nei testi si fa spesso riferimenti ad archetipi legati all’infanzia: il bosco come luogo dello smarrimento e della paura, i lupi, il piangere il primo giorno d’asilo, i nonni, il rinchiudersi in una casetta. Anche certi arrangiamenti rimandano filastrocche popolari, come Il Tuo Compleanno, Troppo Silenzio o Stella Cadente. Ma sia chiaro che non c’è alcun infantilismo o stucchevole compiacimento dell’essere eterno bambino, ma anzi la consapevolezza delle proprie debolezze e paure.

Ci sono Brunori, Levante, Iosonouncane, Colapesce, Dente e tanti altri ad accompagnare Alessandro Fiori in Mi Sono Perso nel Bosco

«Mi sono perso nel bosco ho tanta paura» è il primo verso della title track che ci introduce il tema dello smarrimento. Siamo in una dimensione onirica dove è difficile distinguere realtà e sogno, l’arrangiamento con un piano incalzante in evidenza e chitarre turbolenti accentua il senso di timore e confusione. Io e Te è una splendida canzone d’amore, mai sdolcinata, ma piena di tenerezza e percorsa dal vago tremore della perdita, funziona aver diviso il cantato con Brunori. Le contraddizioni e i tormenti dell’innamorato («ma tu fischi un motivo di Brian Eno / perché mi ami e m’ignori») in Amami Meglio, la fine dolorosa di un amore in Buonanotte Amore, il disperato tentativo di riconciliarsi in Fermo Accanto a Te cantata in dialogo con Levante.

L’amore come rifugio dalle brutture del mondo nella commovente Un Sera, costituiscono una magnifica e struggente riflessione sulle varie sfaccettature del rapporto d’amore. Il dramma del naufrago migrante in Pigi, il tema della perdita in L’appuntamento e  ancora la dimensione del sogno sottolineata dai synth di Iosonouncane in Troppo Silenzio chiudono questosplendido e commovente  disco. Alla riuscita hanno contribuito la produzione  Giovanni Ferrario e Alessandro Stefana anche alle chitarre e i numerosi muscisti e cantanti coinvolti  da Enrico Gabrielli a Iosonouncane, Stefano Amerigo Santoni, Brunori, Levante, Colapesce, Dente e altri.

Alessandro Fiori – Mi Sono Perso nel Bosco
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Nato nel 54 a Palermo, dal 73 vive a Pisa. Ha scritto di musica e libri per la rivista online Distorsioni, dedicandosi particolarmente alla world music, dopo aver lavorato nel cinema d’essai all’Atelier di Firenze adesso insegna lettere nella scuola media.

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