alt-j relaxer recensioneInfectious - 2017

Alt-J – Relaxer.

alt-j relaxer recensione
Infectious – 2017

Torna, in un piacevole stato confusionale, il trio di Leeds con il terzo album in studio. Gli alt-J si fanno notare a livello mondiale nel 2012. L’album d’esordio è An Awasome Way. Il successo è grande, pubblico e stampa entusiasti e un bel Mercury Prize nel settembre dello stesso anno.

Alt-j, i secchioni dell’alternative.

Con An Awesome Way gli alt-J  si impongono subito per uno stile originale che fonde magistralmente musicalità diverse. Hip-hop, Trip-hop, Indie rock, elettronica e altro ancora sapientemente miscelate al punto di far pensare davvero a un qualcosa di nuovo e di grande spessore. Col secondo album This Is All Yours (2014) qualcosa si incrina. Forse volendo eccedere con improbabili ricerche in modo da dimostrare di essere i primi della classe non raggiungono il successo del fortunato esordio. Troppo concettuale e vagamente subdolo o ingannevole This Is All Yours non convince totalmente. I cinquanta minuti di musica, che raccontano  un bislacco viaggio attraverso il Giappone, a tratti annoiano. L’accusa di supponenza da parte di una certa stampa non è ingiustificata. Passano tre anni e arriviamo quindi alla difficile terza prova.

Relaxer: un magistrale pastiche

Col nuovo disco la band si propone in modo meno accademico, in splendida forma. Dimostrando di saper scrivere un album che si ascolta piacevolmente dall’inizio alla fine centrano l’obiettivo della terza prova.

Il primo brano  3WW, che è anche il primo singolo, inizia pericolosamente. Una lunga intro e un andamento dimesso possono far storcere il naso. Quando si arriva al ritornello quasi beatlesiano e, successivamente, alla seconda strofa i dubbi se ne vanno. Siamo di fronte a una “forma canzone” inusuale. E questo è il lato migliore degli alt-J in stato di grazia. Diversa la reazione di fronte al secondo singolo: In Cold Blood. Qui la ritmica e la melodia convincono immediatamente anche l’ascoltatore più diffidente. C’è tanto da dire su Relaxer degli alt-J. La band sforna un lavoro disomogeneo, stralunato ed eccentrico. Stavolta però senza strafare;  il tutto è a portata anche dei palati più scettici.

La cover ambiziosa di The House Of The Rising Sun divide pubblico e critica. Senz’altro non lascia dubbi quanto a originalità e impatto emotivo. Il resto è tutto da ascoltare rendendosi disponibili a lasciarsi stupire brano dopo brano. Il paragone con i Radiohead, spesso proposto tanto in positivo quanto in negativo, a nostro avviso non funzione. Forse per gli alt-J al momento non ci sono paragoni.

 

Alt-J - Relaxer
8.0 Voto Redattore

 

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Ha suonato con band punk italiane ma il suo cuore batte per il pop, l’elettronica, la dance. Idolo dichiarato: David Byrne. Fra le nuove leve vince St. Vincent.

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