Antonio Castrignanò - Babilonia

La caleidoscopica e travolgente Babilonia sonora di Antonio Castrignanò

Musicista di punta della tradizione salentina, Antonio Castrignanò arriva all’esordio solista nel 2010, dopo aver collaborato con alcune delle formazioni più interessanti del folk (su tutte, Aramirè e Canzoniere Grecanico Salentino), passando attraverso esperienze importanti – l’Orchestra della Notte della Taranta – senza disdegnare però commistioni con altri mondi musicali, come quello delle colonne sonore o il pop dei Negramaro.

Nel 2006 inizia il suo percorso da solista, che lo porta oggi a pubblicare il nuovo lavoro Babilonia (Ponderosa Music Records), prosecuzione di un viaggio nella musica tradizionale. L’intenzione è di far dialogare la musica della sua Puglia con le altre musiche del sud del mondo, senza paura di contaminarle con i suoni della contemporaneità. Tra i compagni di viaggio del musicista pugliese troviamo ospiti di lusso quali Enzo Avitabile, la gambiana Sona Jobareth, il senegalese Badara Seck e il conterraneo Don Rico, a ricreare una babilonia sonora guidata dallo strumento principe della taranta, il tamburello, al quale si affiancano nel percorso strumenti tradizionali di diversa provenienza e strumentazioni elettroniche.

Antonio Castrignanò parte dalla taranta per poi allargare lo sguardo

Il viaggio inizia dalla taranta, e il titolo del primo brano è già una dichiarazione d’intenti: in Taranta World i suoni e i ritmi del tamburello s’incrociano all’elettronica del synth e a strumenti più tradizionali, tra i quali spicca il violino di Luigi Marra, nel tentativo di far diventare la taranta un linguaggio globale.

L’intreccio di tradizionale e contemporaneo è, infatti, uno dei temi centrali del disco, e lo ritroviamo in Oju, dove i suoni popolari pugliesi e del sud Italia incontrano una mandola elettronica che sa di blues del deserto, e in Nina, dove la tradizione incrocia la voce rap-reggae del Sud Sound System Don Rico in uno splendido intreccio di suoni e rime per una taranta travolgente. Lo stesso vale per la magnifica Masseria Boncuri, dove la mandola elettrica e il tamburello accompagnano la voce toccante di Enzo Avitabile in un brano che denuncia lo sfruttamento del lavoro degli immigrati nei campi.

Babilonia e tutti i sud del mondo

L’altro tema portante del disco è la commistione tra loro di diverse musiche dei sud del mondo. Come in Oju i suoni tradizionali pugliesi incontrano il blues del deserto per il tramite di una mandola elettrica, nell’inno al dialetto Babilonia i timbri mediterranei dal saz accompagnano la splendida voce del senegalese Badara Seck e nel lento Si picculina il bouzouki e la mandola elettrica si uniscono alla voce della cantante gambiana Sonja Jobarteh a creare  un’atmosfera incantevole e onirica. Sapori arabi e mediterranei danzano su sax, cello e percussioni nell’intensa Tunisia, mentre fisarmonica e violino portano un’aria quasi da festa gitana nella taranta di Menamò. Con La Papagna si torna alla taranta più festaiola e scatenata: fisarmonica, italian bagpipe, tamburelli, e le due voci di Antonio Castrignanò e Luigi Marra che si rincorrono e sovrappongono.

Il viaggio finisce così com’era iniziato, con una taranta scatenata, Pizzica malincunia, con il tamburello, violino, mandola e bouzouki che invitano alla danza. Uno sguardo davvero cosmopolita quello di Antonio Castrignanò, che con Babilonia ci invita a entrare nel mondo del rituale antico della taranta e della musica tradizionale, intesa non come un’esperienza rivolta al passato, ma come strumento per leggere il presente con lo sguardo rivolto al futuro.

Antonio Castrignanò - Babilonia
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Musicalmente onnivoro, tendo a non rinchiudere i miei ascolti in generi musicali definiti. Collaboro con radio locali e testate on line. Faccio parte della giuria di alcuni premi nazionali (Premio Tenco, Premio Nazionale Città di Loano per la musica tradizionale).

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