BC Camplight - Shortly After TakeoffBella Union - 2020

BC Camplight e Shortly After Takeoff: il difficile quinto album (sì, perché gli altri…)

BC Camplight - Shortly After Takeoff
Bella Union – 2020

Slogan stupido: Shortly After Takeoff è il disco miserabilista più vitale che ci sia. Si tratta della quinta incisione di Brian Christinzio, in arte BC Camplight, nativo di Filadelphia e da qualche tempo trasferito a Manchester. Quinta incisione, si diceva, oltreché terza parte di una Manchester Trilogy iniziata con How To Die In The North (2015) e proseguita con Deportation Blues (2018).

L”Allegria di naufragi” di BC Camplight

Se la scarsa allegria è evidente sin dai titoli, è pur vero che il nostro ha conosciuto un’esistenza con una componente d’infelicità certamente sopra la media. Dopo aver pubblicato ‘”Come morire al nord”, e con una tournée già programmata, ecco che gli scade il permesso di soggiorno britannico e viene espulso dal paese, da cui la “deportazione” di cui parla il secondo lavoro. Riesce a rientrare a Manchester, ma poco dopo riceve la notizia della morte del padre. Gli tocca persino farsi prestare il denaro per andare in aereo al funerale a Filadelfia, come racconta in uno dei pezzi di Shortly After Takeoff, Ghosthunting. Per inciso il viaggio non dev’essere stato una delizia, visto che il nostro, onde non farsi mancare nulla, soffre di congenita paura di volare. E questo lo spiega nella title-track del nuovo album, che sta raccogliendo recensioni molto positive e che gli ha consentito di mettere in piedi una bella tournée estiva. Ammesso che il coronavirus gli permetta d’intraprenderla. Ma almeno questa è una sfiga generale e non solo del povero BC.

Ma è proprio così triste Shortly After Takeoff?

Detto tutto ciò, risulta spontaneo pensare a una grama” invitation au sucide”  (ricordate l’etichetta discografica anni ’80?) in forma di canzoni, eppure non è esattamente così. Non è così nonostante una strofa come questa: “Ho detto a mia mamma che volevo uccidermi/ E lei ‘Brian, cresci/ Hai 40 anni ed è ora di piantarla con le stronzate’/ Ma io non posso cambiare il mondo/ E tra l’altro, mamma/ Di anni ne ho 41 e sono appena all’inizio”. Dunque in mezzo al disastro aleggia dell’autoironia, per quanto amara.

L’impressione, si spera per lui veritiera, è che BC/Brian, mentre espone il problema, intuisca anche l’esistenza di modi per gestirlo. Uno di questi modi è certamente la musica. Ecco, se si ascolta Shortly After Takeoff senza badare ai testi (e senza guardare la copertina) ci si trova di fronte a canzoni melodicamente ariose sia quando si fanno prendere da ritmi vagamente dance anni ‘80 (Back To Work, Cemetery Lifestyle) sia quando affrontano la ballata alla Harry Nilsson, come accade in nella cantabilissima (se non fosse per il titolo) I Want To Be In The Mafia. Passando a referenti più attuali, Arm Around Your Sadness è una sommessa ballata alla Sufjan Stevens che aspetta solo di essere collocata in qualche struggente scena cinematografica o serie televisiva (*) . L’iniziale I Only Drink When I’m Drunk ricorda invece le nevrosi dell’ultimo Bon Iver, ma con molta più incisività melodica.

BC Camplight e Richard Dawson

L’accostamento più pregnante è però un altro. Oltre che per il fisico non asciuttissimo, viene naturale paragonare BC Camplight a Richard Dawson. Entrambi raccontano un mondo difficile, eppure la musica riesce loro energica, fluida, comunicativa. Come 2020 di Dawson, anche Shortly After Takeoff è un’esperienza d’ascolta che mette a disagio (oppure infastidisce), eppure ripaga sotto forma di emozione. Alla resa dei conti tutto il contrario del miserabilismo di cui si diceva all’inizio.

(*) Un’affinità elettiva con la musica di BC Camplight la troviamo nella notevole serie Netflix After Life: c’è un Ricky Gervais aspirante suicida che poi…

BC Camplight - Shortly After Takeoff
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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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