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I primi sei dischi di Blondie: Against The Odds 1974 –1982 + inediti, B-sides, demos.

In un periodo dove, in musica intendo, il termine pop ha assunto accezioni molto lontane dalla mia, accolgo senilmente la possibilità di discernere, attraverso le mie solite parole disobbedienti, sull’occasione offertami dal Gran Capo di analizzare il cofanetto appena uscito della band Blondie: Against The Odds 1974 –1982 (Capitol Records). Sì perché Blondie è la band, la cantante si chiama e si è sempre chiamata Deborah (Debby) Harry e con Dagoberto non ha mai avuto personalmente a che fare.

Debby e Chris

Semmai ha avuto a che fare, e parecchio, con Chris Stein, l’anima musicale poliedrica della band che nell’arco di una carriera, fatto salvo un periodo di riflessioni individuali, non vede ad oggi intenzione di cessare di evolversi seppur con risultati senz’altro non più innovativi in campo di pop songs, come invece dimostrato in quanto contenuto nell’edizione monstre del cofanetto qui trattato: ossia, 6 cd con gli album da Blondie a Hunter, comprese rarities più 2 cd di altre chicce tra cui registrazioni anteriori al primo album e demo tape home made, insomma quanto di meglio un fanatic (se volete vedere il film più brutto del mondo cercate questo titolo, anno 2019, regia di Fred Durst…) possa sperare di ottenere.

Blondie: sei dischi folgoranti

Come dicevo, nell’arco temporale che separa il primo album omonimo (Blondie – 1976), doverosamente acerbo e debitore dell’aria che tirava in quegli anni, si osserva (con le orecchie) un percorso in crescita che parte da vagiti più sixties che punk, attraversa le combinazioni e contaminazioni con la disco, affronta prosaicamente il rap con punte di ironia , tocca caraibici calypso e sfiora il rock più intellettuale dovuto anche a certe frequentazioni tipo il Fripp che si aggirava a New York nei suoi anni del Drive to 1984.

Blondie

 

Stranissima carriera quella dei Blondie, indubbiamente molto debbbytrice (che fesseria calambourica) della presenza di una cantante che è divenuta icona prima del tempo, e non certo grazie a doti vocali eccelse, bensì ad un carisma fuori dal comune che l’ha vista musa da Warhol a Greenaway passando per Cronenberg, mica poco… È anche vero però che le doti individuali dei musicisti e la succitata capacità di Chris Stein di mutuare alle proprie esigenze la forma canzone anticipando e proseguendo, a seconda delle ispirazioni, caratteri sonori propri del genere, ha reso immortali alcune songs ancora ben riposte nella memoria collettiva di chi, come il sottoscritto, ha vissuto quegli anni di ascolti preziosi e temo irripetibili.

Blondie – Against The Odds arriva in due version differenti

Mai stati una band con aspirazioni intellettuali o finanche politiche, i Blondie rimangono una importante testimonianza di un’epoca dove un po’ di ingenuità non guastava, dove si infilava nel calderone new wave qualsiasi cosa uscisse anche se nulla vi aveva a che fare e dove la presenza nei video di Debby Harry, con quello sguardo disincantato, quasi fosse la prima a non crederci, una Marylin consapevole, ci faceva sognare di far la file per entare al CBGB , magari stando in coda con Byrne e soci.

Blondie – Against The Odds

Blondie – Against The Odds è quindi un consigliatissimo compendio dedicato a tutti coloro che non possiedono gli album sino al 1982 (The Hunter), fine della prima fase Blondie prima che si arrivasse a Maria (sic, su No Exit, 1999). Mentre per chi ha già tutto caldeggio la ben più reperibile a costo contenuto raccolta dal medesimo titolo con 3 cd che offre tuttgli i 52 inediti o alt track o demo che a dir si voglia distribuiti altrimenti nel cofanetto da 8.

Se non siete soddisfatti, call me.

Blondie – Against The Odds. 1974 –1982
7,5 Voto Redattore
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Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

Di Marcello Valeri

Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

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