Bonny Light Horseman: il nuovo progetto di Anaïs Mitchell.
Il percorso non lineare della cantautrice americana Anaïs Mitchell continua con un occhio di riguardo per le folk ballads. Ciò avviene mentre nei teatri di Broadway risuona il successo della versione musical di Hadestown (il suo disco del 2010 basato sul mito di Orfeo ed Euridice). L’inquieta cantautrice inaugura inaspettatamente un trio di impianto acustico, Bonny Light Horseman, che esordisce con l’album omonimo. Oltre ad Anaïs, il gruppo comprende Josh Kaufman e Eric D. Johnson, ambedue cantautori, pizzicatori di corde varie e collaboratori dei National, degli Shins e degli Hold Steady.
Bonny Light Horseman: folk acustico in trio
Il trio prende il nome dalla popolare ballata del folk inglese che conta innumerevoli versioni. Di queste, ne ricordiamo una sola, quella del 1988 di Andy White, la più vicina a quella che ascoltiamo qui. Un primo approccio alle folk ballads, per la Mitchell, avvenne nel 2013, in duo con il cantautore Jefferson Hamer. Il disco era Child Ballads e raccoglieva sette brani dalla famosa raccolta del filologo americano Francis James Child. Rispetto a quel disco in Bonny Light Horseman c’è meno ‘rispetto’ verso il materiale tradizionale ma l’operazione è parecchio gradevole. Se esistono ancora dei puristi, con pregiudizi nei confronti della rielaborazione del materiale tradizione, non saranno dunque troppo contenti. Ma il grosso merito di B.L.H. è proprio quello di tradire i brani in modo spregiudicato. Questa libertà si spinge fino a riscriverne i testi, come in Mountain Rain, adattamento della ballata John Henry.
L’approccio al folk di Bonny Light Horseman
Il consiglio spassionato di Tomtomrock è questo: dimentichiamoci delle versioni famosissime di questi brani, di Bert Jansch, di Anne Briggs, del gospel e del folk degli Appalachi. Ascoltiamo questo approccio nuovo, magari un po’ inconsapevole, verso una tradizione che in questo modo continuerà il suo lungo percorso per molti altri anni. Il disco esce per l’etichetta di Justin Vernon/Bon Iver, la 37d03d Records, e sembra che il cantautore sia stato da subito entusiasta di questo disco, quindi non ci sono scuse!
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