Bruce Springsteen dal vivo nel 1979 in versione antinucleare (ma esplosiva)
Quando si esibì al Madison Square Garden, il 21 e il 22 settembre del 1979, Bruce Springsteen era già noto, a dispetto di qualche disavventura, per Born To Run e il suo sofferto seguito, Darkness On The Edge Of Town. Tuttavia molti rimasero di sasso nel vedere gli spezzoni di quei concerti nel film No Nukes, opera che documentava una serie di eventi a supporto di manifestazioni antinucleari (Springsteen fu a lungo dubbioso verso le riprese video e ne ottenne il completo controllo).
I concerti No Nukes di Bruce Springsteen
Certo, la fama degli infuocati e lunghi concerti ci era arrivata, tra bootleg e articoli sulle riviste, ma vedere l’azione, il sudore e la prestanza atletica del giovane Bruce fu un’illuminazione. Anche se quelle per No Nukes erano esibizioni più succinte – quasi dei Greatest Hits live – rispetto ai concerti monstre di tre-quattro ore dello steso periodo. Fino a questo momento, però, solo i bootleg avevano testimoniato in maniera esauriente le due date. Tra l’altro, i completisti dovranno accontentarsi ancora delle indispensabili edizioni pirata, perché in The Legendary 1979 No Nukes Concerts (Sony Music) c’è solo un mash-up delle due serate, che ricostruiscono una immaginaria scaletta. Sembra proprio che sia mancato il coraggio di riunire in un box più coeso entrambe le date. I fans del Boss sono comunque abituati e pazienti, visto che già il famoso Live 1975-1985 produsse qualche mugugno per la molteplice provenienza dei brani. Negli anni Springsteen ha riparato il possibile, pubblicando moltissimi concerti interi sul suo sito web per pochi dollaroni…
Edizioni e pezzi in scaletta di The Legendary 1979 No Nukes Concerts
Questa uscita ufficializza, anche se con grande ritardo, una coppia di concerti fantastici, abbinando a essa un film disponibile in streaming ma comunque allegato all’edizione CD+DVD. Godiamoci quindi senza remore questo reperto, frenando o rilasciando l’ovvia lacrima per chi non c’è più (Danny Federici e Clarence Clemons).
La scaletta di tredici brani offre, tra gli altri, una The River al tempo inedita ma già formata, il famoso Detroit Medley e la Quarter To Three di Gary U.S. Bonds. Ottime, naturalmente, le versioni di Rosalita, Born To Run, Jungleland e Thunder Road. Le più contemporanee Badlands, Prove It All Night e The Promised Land completano il disco assieme alle cover di Stay (con Jackson Browne) e Rave On (dal repertorio di Buddy Holly).
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