Caroline 2 piace a tutti, ma…
Quanti commenti superpositivi per il secondo disco dei Caroline (anzi, caroline), insolito eppur quotato ottetto londinese. Invece il recensore di Tomtomrock dubita, annaspa, prende tempo. Inizialmente apprezza, poi sentenzia “è presuntuosa fuffa”. Infine decide di calmarsi, perdendo altro tempo, onde provare a produrre qualcosa di equilibrato.
Breve storia dei Caroline
L’affollata band nasce nel 2017 sotto la guida di Jasper Llewellyn, Mike O’Malley e Casper Hughes. Solo nel 2022 fa uscire il primo, eponimo album che si fa notare per i suoi toni fra il pastorale e lo sperimentale. Caroline 2 contiene brani scritti nell’ultimo anno e mezzo e mostra un’indiscutibile espansione della modalità espressiva fra suggestioni avant-folk e dissonanze post-rock. In verità le seconde prevalgono sulle prime, al punto che ogni tanto ci si sente trasportati in un viaggio nel tempo negli anni ’90 (non ancora una meta da overtourism sonico) di Gastr Del Sol e Polvo.
L’ascolto di Caroline 2
L’elemento caratterizzante è il gioco di specchi fra melodia e sperimentazione, accompagnato dalla tendenza a cambiare le cose all’interno di uno stesso brano. A questo si aggiunge un’idea di finta approssimazione, di disordine apparente che nasconde invece strutture ben pensate.
Il momento più vicino a una canzone vera e propria è Tell Me I Never Knew That dove figura come ospite l’avant-cantautrice Caroline Polachek, già ascoltata nel recente Crooked Wing dei These New Puritans. Altro momento convincente è l’astutamente intitolata e ottimamente articolata Coldpaly Cover: una melodia vocale sfuma a poco a poco, mentre un’altra cresce per arrivare a una suggestiva fusione fra le due.
Altrove, ad esempio in U R UR ONLY ACHING e in Two Riders Down (voce stentorea straziata, batteria e violino che non vogliono andare d’accordo), prevale anche troppo il desiderio di apparire intelligenti e interessanti, di spiazzare anziché coinvolgere chi ascolta. Insomma manca la commozione e verso fine programma ci si annoia persino un po’. Un peccato mortale date le intenzioni del nostri.
È di sicuro un buon album Caroline 2 che però non emoziona. E così, data la ragione sociale del gruppo, viene in mente una canzone scritta e cantata da qualcuna che sapeva essere ‘strano’, ma anche commovente: Caroline di Robert Wyatt. Adesso il recensore va ad ascoltarsela.
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