Un duo stellare: Danger Mouse & Black Thought brillano in Cheat Codes.
Non sono saldi di fine anno: Danger Mouse & Black Thought – Cheat Codes è un disco che semplicemente andava recensito prima di così, perché merita, ma le recensioni come tutto il resto seguono percorsi non sempre chiari. I due non dovrebbero aver bisogno di presentazioni: Danger Mouse è un musicista e produttore, al quale si devono dischi dei Gorillaz, Beck, Adele e le cose migliori dei Black Keys. In ambito hip-hop, la collaborazione con il compianto MF DOOM è la prima a venire in mente. Black Thought è la voce dei Roots, ormai presenza costante nel Tonight Show di Jimmy Fallon.
I momenti migliori di un disco dove nulla è superfluo
Cheat Codes esce per BMG e ospita, oltre al duo, nomi del calibro di Run The Jewels, MF DOOM, Raekwon, Michael Kiwanuka, tanto per ricordare i principali. Il risultato è un disco conciso dove nulla è superfluo, fatto di vintage soul e di basi perfettamente assemblate da Danger Mouse, mentre Black Thought è un manuale del perfetto rapper, intenso, chiaro e con molto da dire: dovrebbe essere studiato da chi vuole cimentarsi nel genere. Difficile parlare dei brani migliori: ho un debole per l’iniziale Sometimes, per The Darkest Part, per Belize, per la conclusiva, lirica Violas and Lupitas, ma come detto qui non c’è nulla da buttar via, tanto meno i testi, complessi e stratificati, ben diversi da quello che il rap offre oggi.
Pregi e un difetto di Danger Mouse & Black Thought – Cheat Codes
Con Cheat Codes, Danger Mouse & Black Thought hanno voluto realizzare un disco fuori dal tempo, legato più alla golden age del rap e alla tradizione intera della black music: Yo, I’m like Thelonious at the underground piano / Dressed in camo, the grenades, guns and ammo, dice Black Thought in The Darkest Part, riferendosi alla celebre copertina di Underground di Thelonious Monk. E diciamo pure che la forza del disco è al contempo la sua unica debolezza: programmaticamente legato alla tradizione, rinuncia a offrire qualcosa di veramente nuovo. In un panorama hip-hop odierno non troppo felice, è un bene o un male? Non so dare una risposta, e forse è per questo che non sono riuscita a parlarne prima: ma 40 minuti di ottima musica per oggi ce li facciamo bastare.
Be the first to leave a review.