L’atteso secondo album di Dave è arrivato: We’re All Alone In This Together.
Debutto al numero uno delle classifiche UK per Dave – We’re All Alone In This Together. Disco quanto mai atteso dal giovane rapper di Streatham dopo il clamoroso debutto del 2019 con Psychodrama.
We’re All Alone In This Together rappresenta almeno in parte un sequel, ma Dave introduce differenze importanti. Alcuni dei produttori sono confermati, e ritroviamo infatti Kyle Evans, Jae5, Nana Rogues, soprattutto il promo dei tre presente in quasi tutto il disco. James Blake co-produce diverse canzoni e la sua voce si sente in Both Sides of a Smile. Dominic Maker, ovvero metà Mount Kimbie, è anche abbastanza presente. Completano il team Joe Reeves e P2J.
Un disco annunciato da Clash, in compagnia di Stormzy
Il risultato è abbastanza vario. Il singolo apripista Clash, in compagnia di Stormzy, rappresenta poco il suono del disco nel suo complesso. È un pezzo che si insinua immediatamente sostituendo l’iteratività alla melodia, con il duo che si alterna nel declamare i simboli della ricchezza raggiunta. Lo trovo il momento più divertente e riuscito del disco. Ci sono poi le due collaborazioni di Dave con Wizkid su System e con Boj su Lazarus, nelle quali la produzione segue l’afropop dei due partner, con risultati leggeri e piacevoli.
Altrove, pressoché ovunque in We’re All Alone In This Together, Dave opta per produzioni minimali, poche note di piano e ritmica quasi assente. Sono soluzioni già viste in Psychodrama, ma che qui diventano prevalenti e a tratti annoiano. Come nell’iniziale We’re All Alone, che parte con un bel beat, poi si ferma e diviene quasi solo un parlato.
We’re All Alone In This Together: il giudizio
Ora, certamente Dave è una delle voci della nuova generazione. Difficile trovare un rapper o anche un cantante-autore in altri generi musicali che abbia tanto da dire e che sia in grado di farlo con tale perizia nella composizione dei tesi. Si prenda il racconto di Three Rivers, dove le generazioni dell’immigrazione (dall’Africa, dall’est europeo) si raccontano per comprendere il peso che Dave ha nella scena contemporanea. Eppure, anche se We’re All Alone In This Together viene oggi premiato da critica e pubblico, spogliare la musica per esaltare la narrazione non mi pare la scelta giusta. Nell’insieme il disco è interessante, ma non induce ad ascolti ripetuti. Forse, affermatosi definitivamente come un personaggio importante della scena contemporanea, Dave potrà lasciarsi andare e divertire un po’ di più.
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