David Bowie - Brilliant Adventure

Il quinto cofanetto di editi e inediti di David Bowie: Brilliant Adventure.

Lo scorso 28 Novembre la Parlophone, su licenza della ISO Records, ha pubblicato il quinto cofanetto della ristampa integrale della discografia di David Bowie: Brilliant Adventure. I primi tre volumi, che coprivano l’arco temporale compreso tra il 1969 e il 1980, hanno riedito la discografia della Golden Age bowieana; il quarto aveva trattato il periodo di massimo successo pop del “duca bianco”, dal 1982 al 1989. Brilliant Adventure (1992 – 2001) ripropone invece gli album degli anni 90, meno conosciuti dal grande pubblico ma sicuramente più stimolanti sotto il profilo artistico, rispetto a quelli del decennio precedente.

Saltano i Tin Machine

Va detto innanzitutto che il buco temporale di tre anni, quello per intenderci tra il 1989 e il 1991, corrisponde al periodo in cui Bowie creò col chitarrista Reeves Gabrels e i fratelli Hunt e Tony Sales la band dei Tin Machine. L’esperienza fruttò due album di studio e un album live. La ristampa integrale della discografia bowieana avrebbe richiesto l’inclusione a pieno titolo anche di questi lavori, che pur nei limiti artistici di un mix tra hard-rock blueseggiante e proto grunge, hanno rappresentato nella carriera dell’artista, in crisi di ispirazione dopo i fasti della prima metà degli anni 80, la sferzata necessaria per ritrovare la voglia di osare e sperimentare.

Tant’è: forse le beghe contrattuali erano troppo complesse da dipanare, e la considerazione della critica e del pubblico verso questi album troppo bassa per meritare un ulteriore ritardo nel programma di ristampa della discografia dell’artista.

Black Tie, White Noise

Si parte con Black Tie, White Noise, grande ritorno solista del 1993, che vede anche il ritorno alla co-produzione di Nile Rodgers, già artefice del successo planetario di Let’s Dance, dieci anni prima. Questa volta però Bowie è determinato a fare a modo suo. Sarà lui a dirigere le danze. L’esito commerciale non è nemmeno lontanamente paragonabile al blockbuster del 1983, ma sotto un profilo artistico l’album propone numerosi motivi di interesse, rappresentando il perfetto esempio del gusto dell’artista nel muoversi in equilibrio tra generi diversi e apparentemente lontani.

 

Ed ecco allora le escursioni jazzy col contributo prezioso della tromba di Lester Bowie; ecco il recupero della passione per la black music, col soul-funky della title track, che vede la partecipazione del rapper Al B Sure; ecco le imprevedibili digressioni nei ritmi house della sorprendente Pallas Athena; ecco alcune strepitose cover, come la bellissima Nite Flight di Scott Walker. Un album che, seppur appesantito da un eccesso di produzione, riserva ancora molte sorprese.

The Buddha of Suburbia

Dello stesso anno è The Buddha of Suburbia. L’album nasce dalla colonna sonora realizzata da Bowie per l’omonima miniserie televisiva britannica, tratta dal celebre romanzo di Hanif Kureishi. L’ambientazione nelle periferie londinesi a cavallo degli anni 70 è  l’occasione che serve all’artista per ritrovare la voglia di osare e sperimentare, traendo ispirazione da una congerie di riferimenti della sua vita artistica e privata di quegli anni. Il risultato, ancorché del tutto ignorato dal pubblico e da molta della critica dell’epoca, è sorprendente: esplorazioni jazz col ritrovato pianoforte di Mike Garson; ritmi house; momenti di sospensione ambient degni del miglior Brian Eno; ballad nostalgiche come la title track, impreziosita dalla chitarra di Lenny Kravitz. Il segno tangibile del desiderio di tornare a essere significativo sotto un profilo artistico.

David Bowie torna sperimentale: Outside centrale in Brilliant Adventure

La rinascita artistica di Bowie arriva al suo pieno compimento con l’album 1.Outside, nel quale torna a collaborare con Brian Eno a oltre quindici anni di distanza dall’ultimo capitolo della cosiddetta Trilogia Berlinese della fine degli anni 70.  L’ambizioso progetto musicale prevedeva ben cinque album a cadenza annuale fino al 1999, e il primo di essi è una sintesi di circa quaranta ore di materiale registrato, spesso frutto di jam session ispirate alla massima libertà espressiva. L’album tratteggia in maniera asimmetrica e non lineare una cupa trama di omicidi legati alle forme più estreme di arte, ed è pervaso da un senso di disfacimento esteriore e interiore, all’ombra delle ansie legate alla fine del millennio.

Sotto il profilo musicale, sono evidenti i richiami all’industrial rock dei Nine Inch Nails, ma anche le fascinazioni jazz, affidate al suggestivo pianoforte di Mike Garson e all’agile batteria di Sterling Campbell. Prezioso è anche il ruolo del chitarrista Reeves Gabrels, che per tutti gli anni 90 ha un ruolo fondamentale nell’incoraggiare Bowie a osare e sperimentare. Il risultato è un’opera complessa, oscura, affascinante coraggiosa, che riporta l’artista a livelli di spessore, che non aveva più raggiunto con la fine degli anni 70.

Earthling

Il cofanetto prosegue con Earthling (1997), che Bowie realizzò con la band che lo aveva accompagnato durante la seconda leg del tour di Outside: Reeves Gabrels alla chitarra, Gail Ann Dorsey al basso, Mike Garson al piano e alle tastiere, Zachary Alford alla batteria e un ottimo Mark Plati alla produzione insieme allo stesso Bowie e a Reeves Gabrels. L’intento era quello di catturare in studio l’energia delle performance dal vivo, e il risultato restituisce in toto l’adrenalina del nuovo Bowie: un frenetico crossover quasi sempre riuscito tra rock, jungle, drum’n’bass, techno, in cui non conta (quasi mai) il messaggio ma la fascinazione del ritmo.

 

La critica storce il naso, ma il pubblico apprezza.

Hours… e Toy, l’inedito di David Bowie – Brilliant Adventure

L’arco delle pubblicazioni ufficiali degli anni 90 si chiude con Hours…, nel quale, nonostante la presenza di Gabrels come coautore e coproduttore, si nota un drastico ritorno verso una melodia più tradizionale e di facile ascolto; atmosfere più meditative e malinconiche, ballad morbide e nostalgiche. Il cambio di rotta da parte di Bowie segna anche la fine del sodalizio artistico con Gabrels e rappresenta forse l’episodio meno affascinante di questo segmento della carriera bowieana. Nel cofanetto trova anche la sua prima pubblicazione ufficiale Toy, il celebre “lost album” Bowieano: una strana e interessante rilettura in chiave moderna di una sequenza di misconosciuti brani scritti e pubblicati dall’artista tra la fine degli anni 60 e i primissimi anni 70, alcuni delle quali sono autentiche perle rimaste fuori dalle tracklist definitive come Conversation Piece e Shadow Man, entrambe di inizio 70.

David Bowie - Toy

I brani rivelano la validità della scrittura di Bowie anche prima di diventare la superstar che tutti conoscono e nei nuovi arrangiamenti ritrovano freschezza. Nel 2000 l’album era pronto per la pubblicazione, e Bowie cominciò a proporre alcune canzoni anche nelle sue esibizioni dal vivo. Tuttavia la casa discografica non apprezzò il progetto e dapprima ne rinviò la pubblicazione per poi annullarla del tutto, avendo chiesto all’artista un album di materiale nuovo. Questo fu l’inizio della fine dei rapporti tra Bowie e la Virgin, ma probabilmente fu lo stesso autore a disamorarsi dalla pubblicazione, avendo già in lavorazione l’album del ritorno alla collaborazione con Tony Visconti, Heathen, che vide la luce nel 2002.

Un doppio live e alcune rarità completano David Bowie – Brilliant Adventure

Altra perla contenuta nel box set è il doppio live del concerto tenuto al’Auditorium della BBC il 27 Luglio del 2000 davanti a un pubblico selezionatissimo: una setlist che spazia senza timore in tutto il repertorio dell’artista, in chiave pop-rock, meno impegnativo dell’approccio più sperimentale dei tour degli anni 90, ma non meno affascinante, per la totale padronanza della voce e del palco da parte di Bowie, mattatore assoluto. Per la prima volta il concerto viene proposto per intero dopo aver avuto una prima pubblicazione nel 2000 quale bonus nel cofanetto Bowie at the Beeb. A completare il tutto, tre CD/vinili di rarità, versioni alternative e outtakes.

Una pubblicazione che rende il giusto merito a un decennio, quello degli anni 90, in cui Bowie si libera dell’aria da superstar imbolsita che gli si era appiccicata addosso alla fine degli anni 80, per ritrovare il gusto della provocazione e della sfida. Ciò gli consentirà la definitiva consacrazione nel Gotha della storia del rock, suggellata splendidamente con il suo ultimo, straordinario album, Blackstar, pubblicato due giorni prima della scomparsa.

David Bowie - Brilliant Adventure
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Walter Bianco ha 53 anni, è nato a Torre del Greco e vive a Pomezia (RM), dove svolge la professione di avvocato. Da sempre appassionato di musica, è fondatore e amministratore del gruppo facebook "David Bowie Fans Italia", ad oggi il più numeroso tra quelli italiani dedicati all'artista. Ha svolto diverse conferenze-spettacolo su vari musicisti, e ha collaborato con alcuni webmagazine musicali. Ha recentemente pubblicato il suo primo romanzo per Altromondo Editore, "In questa vita, o in altre cento".

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