Bella conferma per Denzel Curry: Melt My Eyez See Your Future
Denzel Curry è ormai un veterano della scena rap, nonostante sia della classe 1995, anche se è con il precedente Zuu (senza contare i mixtapes nel mezzo) che ha soprattutto attirato le lodi della critica; tuttavia, Melt My Eyez See Your Future (Loma Vista Recordings) a me sembra la sua prova più riuscita. Il rapper della Florida fa suo il suono classico del rap, impiegando un numero elevato di produttori in grado di provvedere a basi piuttosto varie. Dalla sua ha capacità tecniche decisamente superiori alla media: sa essere espressivo e interpretare davvero i suoi pezzi.
Gli ospiti di Denzel Curry in Melt My Eyez See Your Future
Dopo un inizio senza scintille con Melt Session #1, è Walkin a mostrarne le qualità. Tuttavia, Denzel Curry sceglie di concentrare i momenti migliori di Melt My Eyez See Your Future nella seconda parte del disco. Ain’t No Way con i featurings di 6lack, Rico Nasty, JID e Jasiah è un altro ottimo momento, al pari di Zatoichi (un personaggio del cinema e della televisione giapponese: abile con le spade nonostante sia non-vedente) con l’inglese Slowthai. Senza strafare con la lunghezza, attestandosi sui 45 minuti, il lavoro si fa ascoltare scorrevolmente nel suo insieme.
Un disco denso di riferimenti alla contemporaneità
Denzel costruisce rime articolate, rivendicando l’appartenenza della sua proposta alla tradizione della black music e non dell’hip-hop più commerciale; in Mental dice infatti: “This is not rap, my nigga, this more like bebop”. I testi sono disseminati di brevi allusioni alla contemporaneità e alla condizione degli afroamericani
nell’America contemporanea, come per John Wayne, dove afferma: “Crackers out here shootin’ joggers, trouble makin’ firestarters”, con allusione all’omicidio nel 2020 di Ahmaud Arbery, ucciso da due bianchi, padre e figlio, mentre faceva jogging (con la soddisfazione che, almeno in questo caso, due ergastoli sono arrivati).
Non è un disco perfetto, questo Melt My Eyez See Your Future: alcuni passaggi sono un po’ anonimi, soprattutto a confronto con i migliori. Però, come rappa nella prima strofa di Walkin (“Ain’t no way niggas still doubt me after this shit / Ain’t no way you been here this long and still ain’t rich”), Denzel Curry merita il riconoscimento spesso tributato a rapper più mainstream e certamente meno in gamba di lui.
Denzel Curry – Melt My Eyez See Your Future
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