I Dropkick Murphys continuano la rivisitazione della musica di Woody Guthrie con Okemah Rising.
I Dropkick Murphys, l’incendiario gruppo di Boston, tornano al catalogo senza fine del grande Woody Guthrie. Neanche un anno separa Okemah Rising (Dummy Luck Music) da This Machine Still Kills Fascists, uscito appena l’autunno scorso. La rivisitazione militante del gruppo celtic-punk d’oltreoceano segue un percorso consolidato, con i Pogues più arrabbiati come faro mischiati ad un alto indice di combattività politica. Il materiale scritto da Guthrie molti anni fa continua, purtroppo, a risultare attuale anche in questo momento storico. Quindi la proposta dei Dropkick Murphys riscalda i cuori e alimenta le passioni di chi crede ancora in una riscossa contro le disuguaglianze e le guerre.
Le collaborazioni
Anche in questa occasione la band guidata da Ken Kasey trova la collaborazione di alcuni artisti: di tutto rispetto la presenza dei Violent Femmes (Gotta Get To Peekskill) poi la cantautrice di area country Jaime Wyatt (Bring It Home) e il concittadino Jesse Ahern (Rippin Up The Boundary Line). Pur considerando i due dischi come un’opera unica si nota come questo secondo capitolo scorra più leggero, ancora più adatto alla dimensione live, quella che presto prenderà il via.
Il tour
Ci sarà infatti un lungo tour, che porterà il gruppo in giro per gli States e probabilmente anche in qualche festival europeo. In coerenza con il contenuto e l’ispirazione, la copertina cita ancora l’iconografia guthriana più classica: una chitarra posata sui binari del treno, con su di essa il titolo del disco, al posto dello storico motto This Machine Kills Fascists. Se dal vivo sarà una festa garantita, per l’acquisto del disco bisognerà fare più attenzione: col vinile si avrà un brano in più, Talking Hard Work, mentre chi ordinerà direttamente ai Dropkick otterrà un’ edizione speciale con un 45 giri comprendente due brani, Barroom Hero e Skinhead On The MBTA, ambedue registrati dal vivo al Ryman Auditorium di Nashville.
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Fausto Meirana
Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.
