Edwyn Collins ritorna dopo sei anni con Nation Shall Speak Unto Nation.
Con quello che gli è capitato (doppia emorragia cerebrale nel 2005, perdita dell’uso del braccio destro, sei mesi in ospedale, lentissimo recupero della fonazione), è comprensibile che Edwyn Collins lavori lentamente e abbia fatto trascorrere sei anni dal precedente album Badbea.
In realtà in questo intervallo di tempo il musicista scozzese è stato molto attivo come produttore nello studio di registrazione allestito a Helmsdale, nelle Highlands (anche suo luogo di residenza) e ha qualche volta suonato dal vivo. Resta memorabile l’esibizione a Glasgow nell’agosto 2022 insieme ai Coldplay per una versione di A Girl Like You (il maggior successo commerciale di Collins) accolta con travolgente entusiasmo dal pubblico.
Nation Shall Speak Unto Nation mostra l’immutata capacità melodica di Edwyn Collins
Nation Shall Speak Unto Nation è, ancora una volta, un album di fluide e coinvolgenti canzoni pop che molto devono al Northern Soul così come al funk, al country, alle colonne sonore bondiane e alla canzone d’autore. Sono tutti elementi lontani fra loro ma mediati dalla sapienza melodica di Collins, sempre capace di introdurre la situazione con la strofa, spiegarla nel ritornello e abbellirla grazie al bridge. È una sapienza che si è mantenuta inalterata dai tempi degli Orange Juice (la band con cui conobbe i primi riconoscimenti artistici). Come a dire che chi non fosse al corrente del traumatico evento di vent’anni fa difficilmente noterebbe qualcosa di strano durante l’ascolto.
Edwyn Collins e il suo rapporto con il mondo
A essere cambiata è invece la visione del mondo: “Nella mia vita ho conosciuto molte persone/ Alcune buone, altre cattive/ Più conosco questo vecchio mondo/ Meno mi sento al sicuro, meno ho fiducia,” sono le prime parole del brano d’apertura, Knowledge. Altrettanto significativa è la title-track che parte dall’autobiografia (“Quando le parole mi venivano facili/ Avevo una risposta per tutto”) per arrivare a considerazioni globali oggi particolarmente pregnanti: “Se io non riesco a parlarti / E tu non riesci a parlarmi/ Come possono le nazioni parlare alle nazioni?”. Anche altrove si percepiscono amarezza e rimpianto (The Heart Is a Foolish Little Thing), mentre è la bellezza della natura a fare da ultimo rifugio sicuro (The Mountains Are My Home).
Se a questo si aggiunge l’annuncio che il tour di promozione dell’album sarà anche l’ultimo, diventa inevitabile percepire una generale sensazione di commiato dalla musica. Al tempo stesso nelle interviste Collins racconta di un immutato piacere nello scrivere canzoni. Almeno su disco saremmo molto felici di averlo ancora con noi. Anche perchè le sue canzoni sono, sempre e comunque, piene di luce
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