The Songs of Bacharach & Costello.

Il disco originale, anno di grazia 1998, era un capolavoro. Punto. Era difficile omaggiarlo in modo efficace, ma questo meraviglioso cofanetto di 4 cd (più due vinili), The Songs of Bacharach & Costello , edito in onore del venticinquennale dell’uscita e a cui si è, ahinoi, sovrapposto anche il dovuto omaggio per la scomparsa di Burt Bacharach nel febbraio di quest’anno, lo celebra in maniera splendida, unendo a Painted from Memory (il capolavoro di cui sopra), una raccolta di inediti, esibizioni dal vivo, cover di altissima classe del catalogo dell’ineffabile duo.

Insomma, una meraviglia per le nostre orecchie.

Già perché il duo Costello & Bacharach, ai più disattenti poteva sembrare all’epoca più un’operazione studiata a tavolino, dal più giovane dei due, che, imprevedibile e lunatico, voleva togliersi lo sfizio di collaborare con quello che ha sempre considerato uno dei suoi maestri e delle sue maggiori fonti di ispirazioni.

E invece è stata un reale e stimolante incontro tra due menti artistiche che anche se lontane anagraficamente e geograficamente (Bacharach è del 1928, nato a Kansas City, Costello di 26 anni più giovane, nato a Londra ma cresciuto a Liverpool), in realtà erano entrambe mossi dalla stessa estetica della ricerca della melodia perfetta, del gusto del fine cesellatore, della cura dei particolari, della canzone vista come opera di scrittura, oltre che di interpretazione

Sì perché Costello, pur se nato artisticamente nell’Inghilterra scossa e terremotata dall’uragano punk, in quella scena di giovani arrabbiati, dal punto di vista strettamente musicale non si è mai mischiato più di troppo con l’estetica del one two three four e vada come vada, che in quegli anni dominava.

Il grande artigiano Bacharach non costituiva infatti come i più disattenti potrebbero aver pensato una semplice passione del Costello più maturo, quello che arrivato alla soglia dei 50 anni, abbandona la sciabola degli impeti e della rabbia giovanile, per sedersi quieto al piano, con pentagramma alla mano a distillare miele e pasticcini, insieme al riconosciuto maestro della canzone d’autore più di classe; no, grazie a questo cofanetto ora tutti possono capire che Bacharach era dentro il giovane MacManus sin dagli inizi (che cos’è Alison, il primo singolo del ventitreenne Costello se non un Bacharach apocrifo?), che infatti proponeva le sue cover anche negli infuocati concerti di quell’iniziale periodo, immaginiamo lasciando attoniti il pubblico con spille e capelli a cresta di quelle serate, come testimoniato dalla strepitosa I Just Don’t Know What To Do With Myself, ripresa da un’esibizione a Norwich dell’ottobre 1977.

Painted from Memory

Il primo cd (e anche il primo vinile che suona meravigliosamente) ripropone le dodici luminosissime gemme di Painted from Memory, un’opera senza tempo, che a distanza di venticinque anni dalla sua uscita appare essere se possibile ancora più luminosa e indispensabile, come detto un capolavoro in cui si fondevano in maniera mirabile il gusto melodico e la sapienza nella costruzione della perfetta canzone pop del quarantaquattrenne Costello con la maestria e la grazia senza fine del settantenne Bacharach.

Non chiedetemi per favore di indicare i momenti migliori di un disco del genere, non si possono fare classifiche con una raccolta di delizie simili e se lo facessi il vecchio Burt da lassù mi colpirebbe sdegnato con un dardo intinto nello zucchero e nella grazia. E’ semplicemente un disco da ascoltare dall’inizio alla fine, in cui non c’è un momento di stanchezza o di calo, un susseguirsi di influenze di tutte la musiche conosciute, fuse in dodici splendenti opere di artigianato musicale, in cui la complessità della scrittura e la cura dei piccoli dettagli, si riesce miracolosamente a sciogliersi in canzoni apparentemente di facilissimo ed immediato ascolto, lasciandoti stupito ancora una volta a come una cosa del genere possa succedere e, soprattutto nel caso di Bacharach, succeda con una naturalezza e, oseremmo dire, una normalità che ha portato nel corso molta critica rock degli anni a sottovalutare la sua immensa grandezza, perché scriveva canzoni che andavano puntualmente in classifica e quindi dovevano per forza essere facili (poi uno ascolta Raindrops Keep Fallin’ on My Head e capisce tutto)

Taken from Life

Omaggiare un’opera del genere era cosa complicata ma questo cofanetto ci riesce come detto benissimo, con gli altri tre dischetti che completano l’opera.

Il secondo cd (intitolato Taken from Life), è una sorta di tesoro di Ali Babà, altri pezzi firmati dal duo, alcuni inediti, altri pubblicati qua e là nella infinita discografia costelliana (lo strepitoso Look Now di cinque anni fa, il mini cd Purse), più una serie di cover di un livello celestiale.

Vengono ad esempio ripresi alcuni episodi dal The Sweetest Punch, delizioso disco del 1999 nel quale alcuni degli artisti più illuminati del jazz moderno (Bil Frisell su tutti, con Don Byron e Brian Blade), riprendevano e riproponevano i pezzi di Painted; qui abbiamo un duo Frisell/Byron che ridisegna My Thieef e sempre Frisell che mette i sui delicati arpeggi al servizio della incredibile voce di Cassandra Wilson in Painted From Memory.

Poi due sorprendenti giovani artiste, dagli illustri antenati, Audra Mae, pronipote di Judty Gardland e Jenni Muldaur, figlia di quell’impenitente hippie di Maria Muldaur, in strepitose versioni di editi ed inediti solo piano e voce, come la delicata I Locked away della Mae o la Shameless in odore da cabaret berlinese anni 30 della Muldaur.

Come non bastasse ci sono poi versioni anche qui di editi ed inediti di Costello con i fidi Imposter, a cui si aggiunge in alcuni casi anche il maestro Bacharach; resta da chiedersi di fronte a tanta meraviglia come possa, solo per fare un esempio, un pasticcino come Everyone’s Playing House rimanere confinato in un ep come Purse (che è sì un piccolo gioiello ma è pur sempre un ep). Misteri della capricciosa discografia costelliana che si è sempre parecchio divertito disseminare lungo la sua carriera autentici capolavori in uscite minori, singoli (come li ama il nostro uomo!), raccolte, ep appunto, costringendo gli appassionati ad un faticosissimo lavoro di attenzione e raccolta, come piccoli Pollicini alla ricerca della via di casa.

Because It’a A Lonely World e l’omaggio di Costello a Bacharach e David

Il terzo cd (titolo Because It’a A Lonely World – Live), raccoglie versioni live del catalogo firmato dai due artisiti; nella interpretazioni che Costello e il fido pianista Steve Nieve portarono in giro per il mondo nel 1999, dove i pezzi del disco originale, in queste versioni cameristiche solo voce, chitarra e piano, risplendono di una nuova luce, che fa rispendere la meraviglia della scrittura che sta dietro ogni singolo brano.

Bacharach & Costello

Infine il quarto cd (Costello sings Bacharch/David), dove Costello omaggia, appunto, la musica di Burt Bacharach e Hal David, ripercorrendo con versioni live e in studio i vari passaggi il cui l’occhialuto inglese aveva frequentato con devota ammirazione la fenomenale produzione dei due maestri statunitensi. Qui troviamo, oltre alla già citata I just don’t know what to do with myself, anno di grazia 1977, tra autentiche pietre preziose, una Baby it’s you, vecchio hit delle Shirelles, riproposto nel 1984 da Costello insieme all’altro geniaccio di Nick Lowe, che ti lascia letteralmente a bocca aperta, travolto dalla semplicità e dalla stordente bellezza del pezzo.

Insomma, questo box spicca tra i tantissimi che escono omaggiando vecchie uscite perché a differenza di molti di questi non contiene riempitivi e la fuffa con cui, ammettiamolo, spesso queste celebrazioni sono completate.

Qui non c’è un pezzo da mettere da parte, ma ogni episodio è frutto dell’opera di due geni della musica, in grado di darti un conforto raro e prezioso, con canzoni che scaldano il cuore e la mente.

Come ad esempio la Lie Cack & Think of England, un’inedito che doveva far parte di un progetto musical poi mai realizzato, qui proposta in struggente versione piano e voce del solo Bacharach, dove si può sentire per una volta, la voce delicata e indifesa del già anziano maestro della musica, cantare con una grazia che commuove, una piccola struggente melodia.

Un box da non farsi scappare. Un box bellissimo.

Elvis Costello & Burt Bacharach - The Songs of Bacharach & Costello (Super Deluxe Edition)
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Classe 1965, bolzanino di nascita, vive a Firenze dal 1985; è convinto che la migliore occupazione per l’uomo sia comprare ed ascoltare dischi; ritiene che Rolling Stones, Frank Zappa, Steely Dan, Miles Davis, Charlie Mingus e Thelonious Monk siano comunque ragioni sufficienti per vivere.

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