Un nuovo capitolo per gli inventori del synthpop: Erasure – Ne:Ep.
Parliamo di una band che ha, senza dubbio, il merito di aver inventato il synthpop. Poco conosciuti in Italia, se non per qualche singolo a metà anni ’80, gli Erasure hanno venduto qualcosa come venticinque milioni di dischi in tutto il mondo. Vince Clarke, ovvero l’altra metà degli Erasure, è stato inoltre il fondatore dei Depeche Mode e dopo degli Yazoo con Alison Moyet. Un curriculum di tutto rispetto già alle origini che risalgono ormai a una quarantina di anni fa. Dal 1986 Vince Clarke e il nuovo socio Andy Bell formano un duo inossidabile: diciannove album in studio più una notevole produzione di live, compilation ed E.P.
Un pop ancora fresco
Il loro pop, totalmente “synth”, è leggero e scanzonato, ma non privo di una tecnica che oggi fa scuola alle nuove generazioni. Il bacino di utenza strizza l’occhio alla comunità LGBTQ per la quale sono delle vere icone, ma gli Erasure divertono e fanno ballare chiunque ancora oggi e alcuni loro brani sono ormai degli evergreen del genere in questione: A Little Respect, Oh L’Amour, Heavenly Action per citarne alcuni. Li abbiamo lasciati solo un anno fa con l’album The Neon, che ha debuttato al numero uno negli U.K., ed eccoli tornare con un nuovo E.P. per Mute Records che non fa altro che confermare un talento indiscusso e consolidato. Ne:Ep, si scrive proprio così, è un breve affresco che si aggiunge a una discografia che non ha bisogno di commenti.
Cinque nuovi brani che a sorpresa mostrano una band che continua imperterrita un percorso ormai datato con la freschezza degli esordi. Sarebbe lecito, e scusabile, un qualche segno di cedimento, ma il nuovo lavoro degli Erasure convince gli estimatori del genere (frivolo?) quasi nella sua totalità.
Ne:Ep e il tempo che non passa per gli Erasure
Si parte con Time, e davvero sembra che il tempo non sia passato, un brano semplice ma ben strutturato con strofa e ritornello che non fanno una piega. Stesso discorso vale per la successiva Same Game. La ritmica si arresta con Leaving, forse il momento meno riuscito del tutto, per riprendere in Come On Baby. Gran finale “high energy”: la ballroom si infiamma e sulle note di Secrets ci chiediamo se “i ragazzi” hanno fatto un patto col diavolo o cos’altro.
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