StregheBella Di Notte

Le Streghe di Fabio Meini.

Personalità multiforme quella di Fabio Meini: musicista appassionato di musica da film e di sonorizzazioni, poeta e dj, esordisce in ambito discografico con una sorta di concept album di cui scrive i testi (la musica è invece opera della sua collaboratrice Josephine Chiara Lunghi) e in cui esplora il complesso universo femminile odierno, con un occhio anche – per così dire – alla sua evoluzione “storica”.

Otto voci femminili per un discorso sul genere

Otto brani affidati a otto diverse voci femminili che danno vita a un disco musicalmente piuttosto vario, pur all’interno di un minimo comun denominatore che potremmo, con una buona dose di semplificazione e di approssimazione, definire dark prog, anche grazie ai fantasiosi arrangiamenti di Marina Mulopolos. Violenza, rivendicazione di parità, rifiuto e riappropriazione del proprio corpo, aborto, prostituzione: questi, e altri, i temi sviscerati nei testi, che talvolta eccedono forse un po’ negli stereotipi di genere, ma che nell’insieme mantengono una indubbia forze espressiva e spesso colpiscono come un pugno allo stomaco.

Rita Lilith Oberti e Dome La Muerte con Fabio Meini e le sue Streghe

Come quasi sempre accade in questi casi certi brani spiccano, almeno ad un primo ascolto, più di altri. Non avendo lo spazio per entrare nello specifico di ognuno, ci limitiamo a segnalarne alcuni. Primo fra tutti il brano di esordio, La Danza Delle Streghe, dall’andamento ipnotico che vuole evocare l’atmosfera del sabba ed è caratterizzato dalla graffiante chitarra di Meini, che conferisce – unico fra tutti – una “cifra” quasi heavy metal. Tutt’altra atmosfera in Carne, dove con voce dolcissima e un tenero accompagnamento di chitarra acustica si narra una malinconica storia di sesso senza amore.

La voce di Elisa Montaldo disegna inizialmente un’atmosfera apparentemente idilliaca che si volge presto in inquietante in Mimì E La Bambola. E, visto che abbiamo usato l’aggettivo “inquietante”, impossibile non citare il brano finale Lady Frankestein, cesellato dalla voce di Martina Vivaldi e che termina con un “inquietantissimo” monologo recitato con trasporto dalla profonda voce di David Brandon, storico componente della compagnia teatro-danza del compianto Lindsey Kemp. Ma, non ce ne vogliano le altre, il brano che a nostro parere esemplifica più di tutti il concetto che sta alla base dell’album è Sul Mio Corpo, in cui sopra una ritmica quasi marziale spicca la voce sulfurea di Rita Lilith Oberti (dei Not Moving, con Dome La Muerte, ugualmente nel disco). Insomma, se ci viene consentito un ormai abusato slogan, “Tremate, tremate, le streghe son tornate”. O meglio, forse – e per fortuna – non sono mai andate via.

Fabio Meini - Streghe
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“Giovane” ultrasessantenne, ha ascoltato e ascolta un po' di tutto: dalla polifonia medievale all'heavy metal passando per molto jazz, col risultato di non intendersi di nulla! Ultimamente si dedica soprattutto alla scoperta di talenti relativamente misconosciuti.

Di Renzo Nelli

“Giovane” ultrasessantenne, ha ascoltato e ascolta un po' di tutto: dalla polifonia medievale all'heavy metal passando per molto jazz, col risultato di non intendersi di nulla! Ultimamente si dedica soprattutto alla scoperta di talenti relativamente misconosciuti.

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