Fontaines D.C. - Romance

Romance è il molto molto atteso quarto album dei Fontaines D.C.

Prima dell’uscita di Romance, e dopo l’ascolto dei singoli che avevano anticipato l’album, tirava aria di referendum tra i fan della prima ora dei Fontaines D.C.. “Si stanno evolvendo bene verso forme sonore più elaborate”, dicevano quelli che già avevano apprezzato il precedente Skinty Fia. “Sembrano dei Radiohead (o degli U2) dei poveri,” replicavano i sostenitori dell’essenzialità post-punk dell’opera d’esordio Dogrel.

I primi commenti sembrano assegnare la vittoria, e con percentuali clamorose, ai tifosi della svolta. Ma è proprio così?

Romance come cambio di categoria e di suono

Innanzitutto è indiscutibile che con Romance il gruppo irlandese entra nella Premier League di un certo rock-pop intelligente e ambizioso che fa capo agli Arctic Monkeys e ai Blur, sempre credibili nonostante stili e pubblico da rockstar. Una Premier League in cui, peraltro, non è facile restare competitivi, come dimostrano i Kasabian in caduta libera e gli Arcade Fire in tournée a celebrare il ventennale di Funeral senza riuscire a proporre cose nuove. Quanto ci rimarranno i nostri sarà una questione da verificare più avanti.

Altrettanto indiscutibili sono alcuni cambiamenti di approccio. Sta andando perduta, oltre al post-punk,  una certa enfasi descrivibile come celtica in favore di un suono più ‘panoramico’ e internazionale. Se a inizio programma Romance e Starbuster mettono in campo la tendenza al fosco che è stata fin qui uno dei tratti caratteristici del quintetto, il resto del programma risulta più  fluido, a tratti persino arioso e in grado di gestire senza pasticci o eccessi tastiere elettroniche, archi, chitarre acustiche. Non a caso a produrre è stato chiamato James Ford, già alla console con gli Arctic Monkeys.

Grazie anche alla sua brevità (38 minuti), l’album scorre efficacemente pervasivo con una serie di pezzi ben scritti che di sicuro diventano  possenti dal vivo, in particolare In the Modern World, Bug e Favourite. Occhieggiano tanti nomi importanti, Depeche Mode, Smiths, Smashing Pumpkins, Echo and the Bunnymen… una compagnia di maestri ingombranti con cui Grian Chatten e compagni non faticano a convivere.

Le novità nei testi

Anche in ambito testuale si osserva qualche squarcio di sereno. Certo, Starbuster è ispirata a una crisi di panico, l’amore di Death Kink è parecchio tossico e i frequentemente citati sogni non hanno sempre valenza positiva, ma in più momenti Chatten racconta situazioni difficili eppure gestibili (“Sento il tuo dolore / Che è anche il mio”) o persino rigeneranti a dispetto delle circostanze (“Mi sento vivo/ Nella città che ti piace”). Quanto a una più generale filosofia di vita ‘fontaniana’, la si può trovare sintetizzata nella strofa  “Qualcuno scoprirà mai/ Quale è la parola che fa girare il mondo?/ Io pensavo fosse ‘amore’/ Ma secondo qualcuno è ‘scelta’” . E quando si può scegliere le le cose non vanno troppo male.

Considerazioni conclusive

Romance è un disco che avvolge e  coinvolge, eppure non sfodera mai – a parte Starbuster – lo scatto in avanti dell’epocalità, dell’incontenibilità, della follia positiva. Le recensioni sono tutte all’insegna dell’entusiasmo da “disco dell’anno” e, a tale proposito, viene da fare una considerazione: è come se ci fosse un gran bisogno di un disco salva-rock e così, quando ne compare uno che gli somiglia, tutti ci si aggrappano.  Accadde, ad esempio, anche per Grace di Jeff Buckley, che uscì esattamente 30 anni prima di Romance, il 23 agosto 1994, e oggi è considerato un classico assoluto. Capiterà lo stesso a Romance?

Fontaines D.C. - Romance
7,9 Voto Redattore
7.3 Voto Utenti (3 voti)
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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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