Recensione: For Those I Love

I Have a Love: comincia così l’elegia di For Those I Love.

“Ho un amore e non svanisce mai”. For Those I Love è il moniker del dublinese David Balfe, nonché il titolo del disco autoprodotto sul suo computer: un’elegia per un amico morto, Paul Curran, suicidatosi nel 2018. I due avevano condiviso gli anni di scuola e le prime esperienze, fra la musica punk della loro band, i Burnt Out,  e interessi per le arti visive. Avevano in comune anche l’origine, Coolock, quartiere proletario di Dublino. Da quel giorno Balfe ha lavorato al progetto dedicato a Curran, mettendo insieme decine di tracce che sono state distillate nelle nove che compongono For Those I Love.

Recensione: For Those I Love
September Recordings – 2021

For Those I Love è un vero concept album: non solo per via del tema intorno al quale ruota, ossia la vita condivisa con l’amico, ma anche perché la musica ha un tema centrale, quello dell’iniziale I Have a Love, che torna alla fine e in coda ad altre composizioni, che sono poi spesso un mix di tracce differenti, alle quali Balfe ha cucito la voce del suo amico presa da momenti differenti, da recital di poesia a messaggi whatsapp. “Ho un amore e non svanisce mai”: così si apre il disco e davvero la frase sembra descrivere lo spirito di For Those I Love.

Un concept album a dir poco insolito

La cosa più straniante è che, dinanzi a questi temi, ci attenderemmo una musica intima: cantautoriale forse, o magari un austero post-punk come quello dei concittadini Fontaines D.C. Invece Balfe sceglie un tappeto elettronico da rave party, a suo modo cupo e minaccioso, a tratti quasi disturbante, sebbene spesso le canzoni si aprano a ritmi dance, sostenute da bei samples funky e soul. Su queste basi Balfe declama i testi, in un modo che potrebbe ricordare il primissimo Mike Skinner aka The Streets (citato in You Live / No One Like You), oppure Kate Tempest, con un crudo accento dublinese.

 

Alcuni fra i ricordi sono talmente concreti da risultare quasi “spiati”, come chi getta un’occhiata nelle case altrui. In The Shape of You ricorda un traumatico risveglio a 18 anni in un ospedale in Belgio, con una gamba rotta ma senza memoria e senza soldi o documenti, perso fino a quando la testa dell’amico non aveva fatto capolino dalla porta. Ma ci sono anche i riferimenti sociali, sempre visti attraverso gli occhi dell’esperienza personale: dal cadavere gettato da un’auto, ricordo dei sei anni, alla furia per i ceti alti che soddisfano le loro voglie di droga nei quartieri dei poveri, lasciandosi dietro una scia di guerre tra bande e violenza di strada (Top Scheme).

Un’esplorazione del dolore su basi da rave party

Infiniti i riferimenti musicali contenuti nei testi: You Live / No One Like You cita i Joy Division suonati on repeat e subito dopo un amico che improvvisa Vanessa Carlton al piano. E poi mille altri, dai Pogues alle band nelle quali hanno militato insieme. È un disco che non lascia indifferenti, For Those I Love, in primis per le scelte musicali: se questo tipo di elettronica non piace l’approccio sarà certamente difficile. E poi naturalmente non lasciano indifferenti i temi e il modo diretto con il quale sono affrontati, in un modo veramente insolito anche in un panorama rock-pop-hip-hop ecc. che ci ha abituati a esplorare in tanti modi diversi il dolore. Qui si arriva disarmati alla fine, dove Balfe dichiara il senso di vergogna di chi è sopravvissuto, citando una canzone (Dear James) composta insieme come Burnt Out, che parlava di un suicida:

E c’è la vergogna / caro Dio, cazzo se c’è vergogna / è quell’eccesso di sconforto alla Dear James che aleggia / cosa è successo al mio migliore amico? / ho un amore ed è pieno di dolore (And there’s shame / Dear fucking god there’s shame / It’s that Dear James excess pain that stays / What happened to my best mate? / I have a love /And it’s full of pain)

 

Fra Irlanda e Regno Unito di questo disco si parla, anche grazie all’esibizione di Belfe al Jools Holland dove alla fine mostra la bandiera dei Coolock Reds, squadra del suo (del loro) quartiere. Ascolto consigliato a prescindere dal genere musicale che amate.

For Those I Love – For Those I Love
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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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