Gaye Su Akyol – Anadolu Ejderi

Un disco che conferma le qualità di Gaye Su Akyol: Anadolu Ejderi

A quattro anni di distanza da Istikrarli Hayal Hakikattir che la fece conoscere al pubblico occidentale, la cantante turca Gaye Su Akyol esce col suo atteso quarto disco: Anadolu Ejderi, in italiano “Il dragone anatolico” (Glitterbeat Records). Il disco è stato partorito in solitudine durante il lockdown partendo, come lei stessa ha dichiarato, dalla musica classica e dalla psichedelia turche per poi espanderne il suono attraverso le contaminazioni con le varie correnti del rock occidentale. Il risultato è un disco vivo, fantasmagorico, ricco di suggestioni e sorprese, mai scontato e sul quale si erge, come il dragone evocato dal titolo, la scintillante e forte personalità dell’autrice, la sua capacità di scrivere canzoni nelle quali i sentimenti si uniscono alla passione per le vicende drammatiche del suo paese. Così nei testi la nostalgia per gli amori del passato si intreccia con quella per la bella Istanbul che sta scomparendo per lasciare il posto alla città degli affari e della finanza.

Istanbul protagonista

In Anadolu Ejderi Gaye Su Akyol mette in campo le luci e le  ombre della sua strabiliante città e della sua drammatica storia. C’è la Istanbul voluttuosa, sensuale, avvolgente e seducente, coi suoi incredibili tramonti, la sua musica affascinante e ricca di pathos, ma anche la Istanbul delle turbolenze politiche, dei colpi di stato, delle brutalità poliziesche e dell’intolleranza e della speculazione. C’è un brano posto alla fine dell’album, Içinde Uyaniyoruz Hakikatin, traducibile con “Ci stiamo risvegliando nella realt”à, che è centrale per comprendere la poetica della Akyol, un ritmo lento, sofferto, Nico sulle sponde del Mar Nero che ci canta il malessere della sconfitta e del disagio: “Sono Syd Barrett dei Pink Floyd, Brian Jones dei Rolling Stones”, come a dire questo è il mio pantheon popolato di geni sconfitti, e dopo aver evocato il violento golpe del 1980, si manifesta la profonda amarezza: “ I miei ricordi preferiti sono morti senza essere vissuti / E tutti i soli di un paese svaniti”. In una canzone bellissima la descrizione in versi della Turchia odierna.

Le tematiche di Anadolu Ejderi

Come nella tradizione della canzone turca molti dei testi parlano di pene d’amore e sofferenza, di abbandoni, in Bu Izdirabin Panzehiri, spettrale e oscura, lei cerca l’antidoto al dolore vagando per una Istanbul inquieta e sordida “Sono come un nuotatore in una piscina di lamette da barba”, versi di forte impatto, metafore taglienti e a volte impietose, Akyol mette così in mostra i suoi dolori e contraddizioni, ma li lega fortemente alla vita sociale e politica, quindi niente di melenso e nessun compatimento, del resto è la straordinaria Selda Bağcan, cantante e attivista politica spesso perseguitata, una delle sue fonti di ispirazione.

La speranza è che il drago anatolico evocato nella title track, un brano caldo, ipnotico nel quale psichedelia turca e indie rock si fondono magistralmente, risorga per riscattare la Turchia da anni di depressione e crisi.

Gaye Su Akyol – Anadolu Ejderi: l’intensità fra Oriente e Occidente

Musicalmente il disco non perde un colpo. L’innesto sul trio chitarra, basso, batteria di strumenti tradizionali come violini, oud, saz elettrico e un po’ di elettronica donano all’album una ricchezza di colori e sfumature di grande fascino e suggestione. Ne vien fuori una serie di splendide canzoni che avvincono sin dal primo ascolto dalla sensualità tinta di malinconia di Vurgunum Ama Acelesi Yok a una Biz Ne Zaman Düşman Olduk emotivamente coinvolgente che si rifà alla canzone d’amore tradizionale fatta di destini dolorosi e di sconfitta, da una  Yaram Derin Derin Kanar, rito dal sapore tribale e ancestrale contro tutti i regimi, al rock grunge Sem Benim Magaramsin dalla carica irresistibile, vengono in mente i connazionali Duman, con uno splendido assolo di chitarra, dallo psich-folk Martilar Opusur, Kediler Sevisir intensamente profumato di spezie orientali a Gel Yanima Gel che unisce ritmi disco e suoni tradizionali. Splendida la produzione curata dalla stessa Akyol e dal fidato chitarrista Ali Güçlü Şimşek.

Gaye Su Akyol – Anadolu Ejderi
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Nato nel 54 a Palermo, dal 73 vive a Pisa. Ha scritto di musica e libri per la rivista online Distorsioni, dedicandosi particolarmente alla world music, dopo aver lavorato nel cinema d’essai all’Atelier di Firenze adesso insegna lettere nella scuola media.

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