Schiena Dritta. Per Gianmaria Testa: una dedica.
Ecco un omaggio che sposta i confini del genere, senza mancare di rispetto. Un modo molto originale per ricordare il cantautore Gianmaria Testa, scomparso nel 2017 dopo una carriera ventennale, contraddistinta dal successo raggiunto prima in Francia e poi in Italia. In Schiena Dritta – Per Gianmaria Testa (Squilibri Editore) non ci sono canzoni sue, ma brani composti ad hoc, racconti, ricordi e fotografie. Il tutto nasce da un foglietto recapitato al cantautore da Guido Festinese, critico musicale genovese, una filastrocca che Testa non è riuscito a musicare per diversi motivi.
I tre protagonisti
Festinese è, in questo progetto, voce narrante e testimone diretto di incontri rispettosi e riservati con il mondo e l’arte del cantautore. I suoi scritti introducono le canzoni originali scritte da Paolo Gerbella, fatta eccezione per la filastrocca di cui sopra. Gerbella, genovese anche lui, è un cantautore piuttosto schivo, con già quattro dischi alle spalle da scoprire uno ad uno. Gerbella, sia chiaro, non cerca ispirazione tra il repertorio di Testa, casomai nella sua vita e nei temi che l’artista piemontese ha affrontato, soprattutto dopo il tardivo riconoscimento in patria. Ad accompagnare gli scritti e le canzoni interviene un terzo media: la fotografia fine e ricercata di Maurizio Logiacco, che completa la confezione con eleganza. L’oggetto è reperibile, orgogliosamente, solo in formato fisico, quello che consente di sfogliare, guardare e ascoltare.
https://youtu.be/pkRady3FZfo
Una operazione riuscita: Guido Festinese, Paolo Gerbella, Maurizio Logiacco – Schiena Dritta. Per Gianmaria Testa
Riassumendo: prosa eccellente, canzoni ben confezionate e fotografie mirate; un omaggio, si potrebbe dire, laterale, adatto a cogliere gli aspetti salienti dell’uomo e dell’artista. I tre uomini al comando hanno doti calibrate: essenziale, poetico, il contributo di Festinese a tratteggiare ambienti e incontri; analitiche e profonde le canzoni di Gerbella, cui tocca, forse, la parte più difficile del progetto; evocative e comunque autonome le immagini di Logiacco. Riempiono di bei suoni il progetto un piccolo gruppo di musicisti, giovani ed affiatati. In alcuni brani depone il suo talento il trombettista Paolo Fresu, aderendo con entusiasmo ad un progetto che meriterebbe, ora, una miglior visibilità, magari nell’ambiente più consono, ovvero una rappresentazione teatrale che coniughi la voce narrante, le canzoni e le immagini.
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