Una novità importante nell’hip-hop contemporaneo: IDK – USEE4YOURSELF.
Speriamo sia la sua volta buona: nato a Londra e cresciuto nel Maryland, IDK (al secolo Jason Aaron Mills, l’acronimo sta per Ignorantly Delivering Knowledge) è entrato in scena nel 2014 con il suo mixtape Sex, Drugs, & Homework e nel luglio 2021 realizza il suo disco migliore: USEE4YOURSELF. È presto per dire se gli darà il successo che merita, ma certamente nel rap è di gran lunga fra le cose più belle sentite quest’anno.
Un camaleonte del rap
“Penso che la mia capacità sia quella di essere diverso. Voglio dire che sono quasi come un camaleonte del rap. È come se potessi fare qualsiasi tipo di stile, ma comunque metterci la mia salsa che lo riporta a quello che sono. Penso che chiunque faccia musica – è importante che se fai diversi generi o sottogeneri, è importante che tu abbia coerenza nella tua voce e nelle cose che puoi dire. E penso di mantenerla in un certo modo, per la maggior parte del tempo”.
Così si esprime in una recente intervista IDK, sintetizzando molto bene uno stile che occhieggia un po’ a tutto quello che si è sentito nell’hip-hop degli anni 00. Mumble rap a parte, poiché Mills è un rapper di qualità con un’inflessione vocale che a tratti ricorda Kanye West.
Featurings di qualità accompagnano IDK – USEE4YOURSELF
USEE4YOURSELF è in parte prodotto dallo stesso IDK, ma com’è ormai consuetudine i beats si devono a molti nomi diversi, inclusi i Neptunes sulla frenetica Keto. Numerosi anche i featurings vocali: Red allinea Westside Gunn, il compianto MF Doom e Jay Electronica, con eccellenti risultati. Young Thug duetta con IDK sulla deliziosa PradadaBang e Offset su Shoot My Shot: quest’ultima, produzione di IDK insieme a Luca Mauti e T-Minus, mescola perfettamente beats trap e g-funk. La breve Temporary Love lo vede al fianco di SiR. Ma anche dove Mills è solo, come in Santa Monica Blvd, non si sente un filo di noia. Ancora, IDK è in grado di cantare, come si ascolta in un altro momento di perfezione, Puerto Rico, che ricorda il primo Frank Ocean.
Tanti featurings, tanti riferimenti, però alla fine USEE4YOURSELF sta in piedi per conto suo, con un suono che è vario, ma con un senso di continuità, dato anche dal fatto che ogni canzone esita nella successiva senza soluzione di continuità (come nel recente Tylor, The Creator), merito anche di Mike Dean, ingegnere del suono d’eccellenza.
I testi
Anche sotto il profilo dei testi IDK è una spanna superiore alla produzione di questi ultimi anni. Vero che non mancano i consueti toni misogini, che sono, tuttavia, se non altro affrontati in Peloton. IDK relega verso la fine del disco, come in un momento catartico, anche i versi più intimi, sulla famiglia, la crescita, le molestie subite: dalla vita sognata di Hey Auntie alla realtà di Cry In Church, nella quale mette in mostra la dicotomia di chi centra tutto su sé stesso insieme alla necessità di avere qualcuno accanto:
I could be difficult sometimes / But that come from the ego in this mind of mine / My self-esteem could make a nigga emo / The hate could come from love and baby, we know / I’m my only lover, I’m my only friend / Working on my flaws, I think I’m clocking in / I’m my only weakness / I hope I’m off on the weekends (…) I’d rather be broke as hell than rich and sitting all alone / I’d rather be hand-in-hand, I just can’t do it on my own
Posso essere difficile a volte / Ma questo viene dall’ego in questa mia mente / La mia autostima potrebbe rendere un uomo emo / L’odio potrebbe venire dall’amore e baby, lo sappiamo / Sono il mio unico amante, sono il mio unico amico / Lavorando sui miei difetti, penso di essere in orario / Sono la mia unica debolezza / Spero di essere libero nei fine settimana (…) Preferisco essere al verde piuttosto che ricco e seduto tutto solo / Preferirei essere mano nella mano, ma non posso farlo da solo
Persino la lunghezza è perfetta: qualcosa meno di 45 minuti e la voglia di riascoltarlo subito. Sul mio stereo, IDK – USEE4YOURSELF è in heavy rotation e destinato a restarci.
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