J Hus, re dell’afroswag, torna con Big Conspiracy.
J Hus ha esordito con un LP, Common Sense, nel 2017 e torna adesso con Big Conspiracy. Nel mezzo collaborazioni (con Stormzy e Dave fra gli altri) ed EPs, ma anche pause forzate dovute a qualche problema con la legge. Molti altri ne ha avuti durante l’adolescenza, oltre ad aver sofferto un accoltellamento: cinque ferite e una ospitalizzazione nel 2015. Ma non ci si attenda un disco di rap crudo, di strada e aggressivo: il ventitreenne Momodou Lamin Jallow cresciuto nell’east-end londinese è in realtà uno dei protagonisti dell’afroswag (o afro-trap), fusione di suoni hip-hop, dancehall, afrobeat a forte carica non solo ritmica, ma anche melodica.
Il flow e la produzione di Big Conspiracy
Meno lirico e meno osservatore delle realtà sociali del coetaneo Dave, J Hus ha dalla sua un flow piacevolissimo. Alla produzione un gruppetto non troppo vasto (Jae5, TSB, IO, Nana Rogues i noi più ricorrenti) assicura una bella coerenza all’insieme. Burna Boy, re del nuovo afrobeat virato al pop, compare su Play Play, Koffee su Repeat, Ella Mai su One and Only. Ma Big Conspiracy è soprattutto il trionfo di J Hus.
I momenti migliori di un disco che non sbaglia niente
Dalla title track iniziale alla successiva Helicopter la transizione è quasi impercettibile: ritmi pacati, belle parti strumentali, samples soul e la voce di J Hus fra rap e canto. Fight For Your Right e Reckless sono già più legate all’hip-hop inglese contemporaneo. La collaborazione con Burna Boy mostra, come attendibile, ritmiche afro più marcate. Big Conspiracy riesce anche nelle sue puntate in atmosfere più urbane e meno distese, come nell’ottima Fortune Teller.
Verso la fine No Deniyng e Deeper Than Rap aggiungono tocchi jazz per arricchire un quadro che, come si sarà capito, non manca davvero di niente. Da una parte sottolinea il talento individuale di J Hus, capace di dar vita un disco senza passi falsi; dall’altra testimonia della vitalità e della varietà del panorama hip-hop inglese.
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Marina Montesano
Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.
