john k samson winter-wheat recensione albumANTI-Epitaph - 2016
john k samson winter-wheat recensione album
ANTI-Epitaph – 2016

 John K Samson è un giovane cantautore e attivista sociale canadese nonché leader dei Weakerthans, band piuttosto quotata in patria, ma praticamente sconosciuta da noi. Winter Wheat,  che gode dell’endorsement  della ANTI-Epitaph, è un disco molto curato dal punto di vista musicale, schieratissimo su temi importanti quali ecologia e politica e attento alle commistioni culturali. Assieme ad altri artisti canadesi (tra i quali spiccano gli Arcade Fire, Neil Young e lo scomparso Leonard Cohen), Samson  aderisce a The Leap Manifesto, associazione ecologista  che lotta per sostenere l’abbandono dei combustibili fossili, per un’economia più giusta e per il riconoscimento dei diritti delle comunità indigene del Canada.

John K Samson: un cantautore, tante buone cause

Tutte queste e altre istanze sono presenti nei testi e sono rese piacevoli dalla convincente performance di Samson, che forse può  ricordare  lo stile di Conor Oberst, almeno nei brani più riflessivi, e che lo fa rientrare  nella folta rappresentanza  degli esponenti del new (o post) folk. Ma Samson sceglie anche di misurarsi  con  una figura forse  un po’ desueta come ‘ il cantante con la chitarra’  che veicola messaggi politici di una certa importanza.

Winter Wheat è anche un tributo a Neil Young

Tra le peculiarità del disco, leggiamo nelle note copertina, c’è il  fatto che ben quattro  brani (tra cui l’esplicito Vampire Alberta Blues ) sono ispirati da On The Beach di Neil Young, o meglio, fanno parte di un progetto di teatro-danza contemporanea di Brent Lott, For The Turnstiles, basato in gran parte su quel disco. Altri due  brani, inoltre, prevengono dalle musiche composte per alcuni  lungometraggi della regista Erika MacPherson, a conferma dell’ interesse per l’incrocio meta-culturale. Nonostante il materiale sia quindi piuttosto vario, l’impressione globale non ne patisce (tranne per una certa prolissità) e Winter Wheat scorre omogeneo, cambiando qui il passo, là il ritmo, ma restando sostanzialmente un corpo unico.

Recensione: John K Samson - Winter Wheat
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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

Di Fausto Meirana

Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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